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da; Ufficio stampa Clara ambiente

Oltre 4.000 studenti coinvolti con attività in presenza e a distanza

È partita nel mese di febbraio l’operatività di Pianeta Clara, il programma di educazione ambientale promosso da Clara spa e dedicato alle scuole di ogni ordine e grado del territorio servito, con principali focus la sostenibilità legata ai rifiuti, le buone pratiche e gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Ad oggi sono 250 le classi che hanno deciso di aderire, per un totale di oltre 4.000 studenti coinvolti. La maggior parte dei docenti ha scelto per il momento gli incontri in presenza, con la possibilità di convertirli in didattica a distanza, una modalità già sperimentata da Clara nel corso della primavera 2020, durante il primo lockdown. Una valida alternativa, grazie all’aiuto delle nuove tecnologie, per svolgere le attività del progetto in totale sicurezza.

A tutti gli studenti e i docenti delle classi partecipanti Clara ha deciso di offrire anche un piccolo omaggio materiale: una mascherina lavabile, in tessuto certificato, completamente realizzata in Italia, conforme alla normativa nazionale ed equiparabile alle FFP1. Con la pandemia, il problema delle mascherine monouso abbandonate o disperse è diventato una delle nuove piaghe ambientali: da qui l’iniziativa di Clara, il cui obiettivo è ricordare che l’usa e getta si può evitare, che produrre meno rifiuti è possibile, che si può limitare il rischio di abbandoni e quindi di inquinamento.

Nelle prossime settimane saranno attivi i moduli per iscriversi ai corsi per docenti con riconoscimento del MIUR e ai due concorsi a premi dedicati alle classi, per i più piccoli #ClaraForFuture, un photocontest con cui scatenare la fantasia alla ricerca delle migliori soluzioni per la sostenibilità, e per i più grandi una sfida a colpi di risposte, in un quiz appositamente pensato.

Lo svolgimento delle attività didattiche, in presenza e a distanza, è curato dalle cooperative Atlantide e La Lumaca, con la collaborazione della Girogirotondo di Comacchio.

Per i docenti interessati, le iscrizioni sono ancora aperte. Per informazioni: pianetaclara@clarambiente.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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