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da: ufficio stampa e comunicazione Ferrara Fiere Congressi

Alla Fiera di Ferrara, dopo due giornate all’insegna degli insaccati e degli affettati, il Salone Nazionale delle Sagre – Misen si prepara alle battute conclusive. Se il tombola-show condotto dal musicomico Andrea Poltronieri ha “accasato” numerosi salami, mortadelle e prosciutti, non meno succulento è stato il “Gran Galà della Salama” che, nelle qualificazioni della categoria “salamine prodotte da privati”, ha incoronato quelle di Sevino Zanetti, dell’Associazione Promozione Salamina Estense, e di Villiam Rosati del “Picchio Verde”. Alla giuria di esperti e a quella popolare, entrambe composte da quattro giudici, il piacevole compito di valutare anche le salame da sugo di aziende industriali e artigianali, sulla base di parametri qualitativi e organolettici, quali l’aspetto (ossia il colore), l’aroma (l’odore), la consistenza, la grassezza o pastosità, la succulenza, il gusto e il gradimento. Fino alla resa dei conti, ovvero le due finali di categoria, fissate per le 18 di Domenica in Area Concorsi (padiglione 4).
Ma andiamo con ordine, perché tanti sono gli appuntamenti destinati, anche l’ultimo giorno, a confermare il primato del Salone Nazionale delle Sagre – Misen, l’unica manifestazione in Italia che, con un solo biglietto d’ingresso, consente al pubblico di gustare i piatti tipici di cento sagre enogastronomiche e di divertirsi tra gare, dimostrazioni e laboratori di cucina, balli, tombola e shopping.
La giornata di oggi (domani, per chi legge, ndr) si aprirà alla Fiera di Ferrara con due eventi diversissimi tra loro, che si protrarranno fino alla chiusura del Salone: alle 10, il pubblico potrà sentire sia il rombo delle macchine presenti al raduno di auto-tuning, nell’area esterna della Fiera, sia il profumo delle coppie ferraresi che, nel laboratorio “A scuola di pane”, verranno sfornate dalle sapienti mani di alcuni maestri fornai. Non-stop anche la produzione di pasta liscia e ripiena, con assaggi di quadretti e cappellacci, maltagliati e cappelletti, presso lo stand dell’associazione culturale “Miss…ione Matterello”.
Dalle 12 alle 15, le sagre presenti in Fiera distribuiranno migliaia di assaggi di piatti tipici, dal cappellaccio con la zucca al tartufo, dai bigoli al torchio allo storione.
Alle 14.00, in Area Concorsi, il Maestro macellaio Lorenzo Rizzieri (Istituto Italiano Assaggiatori Carne De Gustibus Carnis) e Cristiano Pirani (pasticceria “Chocolat” di Ferrara) insegneranno a panificare la piadina e ad accostarla a preparati di carne, nel “Corso di piadineria e macelleria”.
Alto tasso di tensione agonistica e spettacolarità nella disfida “La sfoglia d’oro” (alle 16.00, padiglione 5), dove le agguerrite ‘sfogline’ delle Sagre si contenderanno a colpi di matterello il primo premio.
Per chi al brivido della competizione preferisce i temi legati al localismo, c’è l’incontro “Agricoltura, sagre, localismo: insieme per l’ambiente, la salute e lo sviluppo territoriale” (16.30, Sala Convegni), organizzato dal Consorzio Agrario di Ferrara, in collaborazione con l’Associazione Turistica Sagre e Dintorni.
Mentre si svolgeranno le finali del “Gran Galà della Salama”, di cui già si è detto, le sagre riprenderanno a sfornare gli ultimi manicaretti, dalle 19 alle 21.00.
Fino a sera continueranno anche la musica e le danze del “Gran Galà del Liscio”, con le migliori orchestre e il gruppo “Musicallegria”, l’esposizione degli hobbisti più originali e bizzarri, tra i quali anche collezionisti di livello internazionale, nel padiglione dedicato a “Misenpassion”, e il divertimento a misura di bambino nell’area gonfiabili.
Da visitare l’area riservata al progetto “Lungo il Po”, ideato da Ferrara Fiere Congressi, in collaborazione con le province che insistono sull’asta del “Grande Fiume” e con marchi prestigiosi come Grana Padano, Cantine Riunite e Consorzio Vacche Rosse, per valorizzare l’enogastronomia e il turismo dei territori lambiti dal Po.
Il biglietto di ingresso (12 € l’intero, 10 € il ridotto, scaricabile dal sito www.salonedellesagre.it, 8 € quello riservato alla categoria 11-25 anni) consente di gustare le proposte di tutti gli stand e dà accesso agli spazi e alle attività in programma. I bambini sotto i 10 anni entrano gratis.
Una navetta gratuita porterà i visitatori direttamente in Fiera. Fermate alla Stazione ferroviaria e ai Giardini di Viale Cavour, vicino alle Poste Centrali.

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FERRARA FIERE CONGRESSI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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