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Da: Ufficio Stampa Prefettura di Ferrara

Aggiornamento della situazione presso il Centro Coordinamento Soccorsi in Prefettura.

In relazione alla piena in corso del Fiume Po, per la quale permane l’allerta rosso diramato dalla Regione Emilia Romagna, valido fino alle ore 00:00 del 29 novembre prossimo, si è riunito questo pomeriggio, presieduto dal Prefetto Campanaro, il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.), per fare il punto della situazione.
All’incontro hanno partecipato Sindaci ed Amministratori dei Comuni di Ferrara, Bondeno, Riva del Po, Mesola e Goro, oltre ai vertici delle Forze di Polizia, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, nonché ai responsabili dell’agenzia Regionale della Protezione Civile dell’Emilia-Romagna, della Provincia, dell’A.I.P.O., del Consorzio di Bonifica “Pianura di Ferrara”, di A.N.A.S. e di Autostrade per l’Italia.
In queste ore il livello del fiume Po, registrato presso la stazione idrometrica di Pontelagoscuro (FE), sta raggiungendo il livello massimo, con valori superiori alla soglia 3 (criticità elevata), con previsioni di innalzamento ulteriore stimati da A.I.P.O., rispetto al dato attuale di +2,56 sopra il livello di guardia, non superiore ai 30 cm..
In relazione a tale situazione di allerta, la Prefettura ha invitato gli Enti proprietari delle strade a porre in essere un servizio di vigilanza h24 delle infrastrutture viarie di attraversamento del Po fino a cessata emergenza, ad integrazione dell’attività di monitoraggio continuo lungo gli argini della sponda destra PO in provincia di Ferrara, per circa 120 Km., da parte di A.I.P.O. e dei volontari, regionali e locali, della Protezione civile.
E’ stata esclusa, al momento, l’esigenza di chiusura o limitazione del traffico sui ponti di attraversamento del fiume fino al delta, sulla A13 BO-PD, su SS 16 e SS 309 e sui due ponti nei pressi del centro abitato di Ariano ferrarese (FE).
I Comuni rivieraschi hanno assicurato la piena operatività dei Centri Operativi Comunali (C.O.C.), secondo le pianificazioni locali di protezione civile, con vigilanza idraulica, rinforzo degli argini e predisposizione delle misure emergenziali per la tutela della incolumità della popolazione.
I Sindaci si sono infine riservati, dopo l’emanazione delle ordinanze di sgombero dei residenti nelle aree golenali più a rischio dei comuni di Bondeno, Ferrara e Riva del Po, l’adozione di eventuali ulteriori provvedimenti di rafforzamento delle cautele, in relazione all’evolversi della situazione, che resta costantemente monitorata.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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