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Da ufficio stampa

La compagnia Nata Teatro protagonista d’eccezione per l’ultimo appuntamento con Junior! Pomeriggi a Teatro

Arriva il gran finale per la rassegna Junior! Pomeriggi a Teatro, che con la nuova formula secondo la quale è stata realizzata ha incontrato quest’anno un crescente successo di pubblico in termini di affluenza e gradimenti. La programmazione pomeridiana per ragazzi e famiglie è parte integrante della stagione teatrale cittadina Comacchio a Teatro, e parallelamente al cartellone serale si è articolata in maniera diffusa sul territorio, varcando i confini dell’edificio teatrale e mettendo in rete le frazioni in un piccolo sistema culturale che abbraccia tutto il territorio. Questo modello, consolidatosi negli ultimi anni, ha permesso ad esempio di presentare a Vaccolino lo scorso 12 febbraio, in anteprima per l’Emilia Romagna, il nuovo spettacolo della compagnia Lagrù Ragazzi. E’ forse un fatto unico nella storia recente della frazione, quello di ospitare un’anteprima regionale, ma è oramai una costante il riscontro in termini di partecipazione e di calore che il pubblico manifesta in questa come in altre località che le programmazioni dirette da Massimiliano Venturi percorrono in maniera continuativa in più occasioni durante tutto l’anno, decentrando sul territorio eventi di qualità mettono a frutto la potenzialità dello spettacolo dal vivo anche come veicolo di coesione sociale.
L’ultimo appuntamento andrà in scena eccezionalmente di sabato pomeriggio, così da non sovrapporsi al Carnevale sull’acqua, e vedrà protagonista la compagnia aretina NATA Teatro, gruppo storico del teatro ragazzi sulla scena nazionale, che ha recentemente festeggiato i 40 anni di attività. Presso la Palestra delle Scuole Medie di Porto Garibaldi andrà infatti in scena Se Pinocchio fosse Cappuccetto Rosso, un lavoro originale nato dalla penna di una delle colonne della storica compagnia, Livio Valenti, che assieme a Cinzia Corazzesi e Lorenzo Bachini ne è anche interprete: nella casa delle fiabe, dove le storie si incrociano e si mescolano, Pinocchio e Cappuccetto Rosso decidono di fare un gioco: il burattino si travestirà con un mantello ed un cappuccio rosso, e diventerà il protagonista della favola della sua amica. Per una volta sarà allora Pinocchio a fare visita alla Nonna, affrontando le insidie del bosco e del Lupo Cattivo che troverà pane per i suoi denti. Un susseguirsi di gags e di momenti sognanti condurranno lo spettatore verso l’epilogo di una storia semplice e delicata, pensata per un pubblico di tutte le età, raccontata come un sogno e divertente come un gioco. Un omaggio non solo a due classici della narrativa per l’infanzia, ma anche a Gianni Rodari, padre di una ricetta unica e inconfondibile, ovvero l’insalata di fiabe.
L’appuntamento è per sabato 25 febbraio alle ore 16, presso la Palestra delle Scuole Medie di Porto Garibaldi, in via Pastrengo 1. L’ingresso è gratuito e lo spettacolo è adatto a tutti, a partire dai tre anni di età. La rassegna è organizzata per il Comune di Comacchio da Bialystok Produzioni, in collaborazione con Teatro dell’Aglio e sotto la direzione artistica di Massimiliano Venturi. Il programma completo della rassegne è sul sito www.comacchioateatro.it; aggiornamenti in tempo reale sulla pagina facebook ‘Comacchio a Teatro’, infoline 349 0807587

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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