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da: Associazioni Di Tutela Animali Ferraresi

Così è stata uccisa l’orsa Daniza, colpevole di difendere i propri cuccioli e sfinita dall’essere quotidianamente braccata da oltre un mese divenendo, per le cosiddette Autorità, “pericolosa”. Ma per chi conosce il comportamento degli animali, come l’etologo Roberto Marchesini, “ non ha fatto altro che attuare un’autodifesa naturale per una mamma che sente come primo obbligo istintuale quello di difendere il nido, una risorsa di sopravvivenza e la difesa dei propri cuccioli. Perchè intervenire su un animale selvatico – non domestico – significa condannare a morte in modo altamente probabile i suoi cuccioli e produrre un trauma irreversibile nella madre che, questo si, la farebbe diventare pericolosa. Una madre che perda il suo territorio, che venga catturata mentre svolge le cure parentali – ciò che c’è più di prezioso per una femmina di mammifero – che perda i suoi cuccioli o si trovi a vivere in una condizione di alta sofferenza a causa dell’azione dell’uomo, non vi è dubbio che possa diventare pericolosa.” Questo autorevole e molto più articolato e motivato parere era stato fornito al Ministero dell’Ambiente a fine agosto per spiegare perchè le misure di intervento paventate dalla Provincia Autonoma di Trento erano dal punto di vista etico ed etologico inadeguate, parere che è stato del tutto ignorato.
Pare che la Regione Trentino abbia realizzato il più grande progetto di reintroduzione degli orsi in Europa, oltretutto con finanziamenti europei. Ma perchè attivare un progetto di reintroduzione senza attuare una corretta campagna di educazione, di informazione, di protezione con recinti degli animali da allevamento, e soprattutto di conoscenza comportamentale di questa specie? La prima riflessione che vien da fare è : lasciateli dove sono, hanno più speranza di sopravvivere che non nella Regione Trentino. E speriamo che il radiocollare di cui sono stati dotati non diventi negli anni un cappio, come purtroppo abbiamo potuto vedere più volte, perchè il cucciolo cresce ma il collare no.
Reintrodurre gli orsi per poi abbatterli? Certo che no! Ma la storia che viene raccontata sulla reazione fatale all’anestetico non convince nessuno. Perchè, nonostante il parere negativo del Corpo Forestale Nazionale dello Stato, l’intervento del Corpo Forestale di Trento è stato comunque effettuato, e non certo da sprovveduti, ma sotto la responsabilità di un veterinario. Credere ad un errore, sarebbe sì una presa in giro. E siamo certi che la Magistratura effettuerà tutte le indagini per fare chiarezza e far emergere gli eventuali reati che sono stati compiuti.
E’ risultata indubbia la volontà di molti di voler risolvere il problema a tutti i costi, con superficialità e miopia. E un costo c’è stato, grave, soprattutto perchè ancora una volta è l’uomo che si è assunto il diritto di condannare a morte un’animale.
Apprendiamo in queste ore del ritrovamento di un’altro orso di tre anni morto in Abruzzo per sospetto avvelenamento. Una triste coincidenza per questa specie, ed una conferma dell’arroganza dell’uomo.
Ci sono stati errori? Per noi si. Ed è giusto che se c’è chi ha sbagliato paghi, fatto questo che nel nostro Paese sta diventando ormai una vera rarità. E in questo caso, come in altri, è in discussione il livello della nostra civiltà.

Le associazioni di tutela animali ferraresi :

– Associazione “A Coda Alta”
– A.V.E.DE.V.
– E.N.P.A. – Sez. di Ferrara
– G.A.T.A.
– L.A.V. Ferrara
– Lega Naz. Per la Difesa del Cane di Ferrara
– L.I.P.U.
– O.I.P.A. Sez. di Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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