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Da Organizzatori

Oltre 6mila persone hanno partecipato alla seconda edizione di Interno Verde, il festival che ha eccezionalmente aperto per il weekend 50 giardini segreti selezionati tra i più suggestivi e i curiosi del centro storico estense. Le strade di Ferrara per due giorni sono state gremite dai partecipanti alla manifestazione; tanti ferraresi in mezzo a numerosi turisti provenienti da tutto il Nord Italia, riconoscibili dal braccialetto azzurro al polso, giallo per i bambini, che funzionava da pass per accedere agli spazi. E spesso per lo sguardo curioso tra le facciate degli antichi palazzi, a cercare un determinato numero civico consultando passo dopo passo la mappa messa a disposizione dagli organizzatori, l’associazione Ilturco.
«Il traguardo raggiunto con la prima edizione, che si è svolta lo scorso settembre, ci aveva stupito moltissimo: non ci aspettavamo tanto entusiasmo – sostengono Riccardo Gemmo, Francesco Mancin, Martina Stevoli e Licia Vignotto, ideatori e curatori dell’iniziativa – Abbiamo preparato con cura la seconda, sperando di non deludere le aspettative dei tantissimi partner che abbiamo coinvolto, cercando soprattutto un modo per entrate ancora più in sintonia con la città e accogliere con maggiore attenzione chi ha scelto di visitarla, attirato dalla possibilità di scoprire la sua anima verde. Siamo felicissimi del riscontro che abbiamo avuto, non solo in termine di presenze ma in termini di interesse, curiosità, condivisione. Abbiamo notato svariate facce stupite in questi due giorni, di fronte a parchi mozza fiato e fioriture di rara bellezza, ma probabilmente i più meravigliati siamo noi: Ferrara con la sua disponibilità ci ha sorpreso nuovamente».
A conferma della sinergia con le altre iniziative sulla piazza estense, perché l’unione fa il bene comune, lo staff di Interno Verde ha presentato anche l’ospite stellato del Vegan Festival, lo chef Simone Salvini, che sabato sera ha dato dimostrazione delle sue capacità culinarie. E per la seconda volta i proprietari dei giardini hanno confermato la loro generosa ospitalità: hanno aperto la porta di casa ai visitatori spiegando l’origine delle piante, di alcuni alberi secolari sconosciuti, raccontando quando e come è nato lo spazio incontaminato in cui eccezionalmente ci si poteva fermare a chiacchierare, offrendo estratti naturali e suonando la chitarra. Grande partecipazione ha suscitato anche Giardino Ops: il convegno di venerdì mattina a Palazzo Tassoni, dedicato alle tendenze attuali nel campo del restauro dei giardini storici, ha visto l’intervento straordinario di Luigi Malnati, direttore della Soprintendenza regionale dell’Emilia-Romagna; mentre il laboratorio nel Giardino delle Duchesse ha registrato più di 50 appassionati che si sono cimentati nel progettare la riqualificazione di un angolo di storia locale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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