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Da: Regione Emilia Romagna

Si ampliano gli effetti del programma regionale di housing sociale della Regione Emilia-Romagna,destinato all’acquisto o all’affitto agevolato per specifiche categorie di cittadini: pronte nuove risorse per 159 alloggi destinati a persone e famiglie con redditi medio bassi. Questo grazie allo scorrimento della graduatoria degli interventi di riserva ammissibili ma non finanziati, presentati da cooperative e imprese di costruzione, approvato dalla Giunta regionale e riferito al bando da 5 milioni di euro indetto dalla Regione nel 2019.

Per finanziare i progetti di riserva la Regione ha stanziato ulteriori 5 milioni – raddoppiando di fatto quelli già finanziati nel 2019 – finalizzati alla realizzazione di alloggi per la sperimentazione di nuove soluzioni abitative innovative sotto il profilo sociale e di comunità, ed efficienti anche sotto il profilo energetico e sismico, realizzati nell’ambito delle previsioni degli strumenti urbanistici locali, quindi senza ulteriore consumo di suolo.

I 159 alloggi saranno destinati a giovani coppie, famiglie numerose o con un solo genitore, anziani, disabili. Tutti con un reddito medio basso, che non posseggono i requisiti per l’assegnazione di un alloggio popolare e, allo stesso tempo, non possono permettersi l’acquisto di un’abitazione nel libero mercato. Complessivamente con il programma housing sociale voluto dalla Regione sono stati stanziati 10 milioni di euro negli ultimi due anni, che hanno consentito di mettere a disposizione 286 alloggi a favore dei nuclei familiari in possesso dei requisiti richiesti.

“Rafforziamo ulteriormente- sottolinea la vicepresidente con delega alle Politiche abitative, Elly Schlein- il programma regionale che non a caso si chiama di housing sociale. Proprio perché non si limita ad offrire una casa in cui vivere, bensì a promuovere un nuovo modello di abitare, con soluzioni che facilitano le relazioni tra inquilini e costruiscono vere e proprie piccole comunità tra vicini di casa. Il provvedimento appena approvato dalla Giunta rientra nelle misure assunte dall’inizio dell’emergenza Covid-19 per rispondere con efficacia e rapidità ai bisogni sociali crescenti. Proseguiamo nell’impegno per garantire il diritto alla casa, per farci trovare pronti anche ai nuovi bisogni sociali emersi dall’emergenza sanitaria, contrastando le diseguaglianze e rispondendo alla domanda delle fasce più deboli della popolazione”.

Il bando: contributi e requisiti d’accesso

Il bando indetto dalla Regione nel luglio 2019 prevedeva un contributo alle cooperative e imprese costruttrici che poteva variare da un minimo di 30 mila euro per alloggio a un massimo di 50 mila per gli interventi di recupero di vecchi edifici e di rigenerazione urbana; 5 mila euro in più per alloggio ai progetti caratterizzati da contenuti di novità e sperimentazione, come ad esempio il ‘cohousing’: una modalità abitativa costituita da appartamenti privati a cui si aggiungono spazi e servizi comuni (lavanderia, giardini, sale di ritrovo e per il tempo libero, anche aperte ad usi e fruitori esterni).

Il programma di housing sociale è rivolto a persone con un reddito che non superi 41.006 euro di Isee (o 55.000 euro se appartenenti a nuclei familiari distinti, che intendano costituirne uno nuovo), che possono così acquistare, anche attraverso patti di futura vendita, una delle case proposte nel bando con uno sconto sul prezzo dell’immobile pari al contributo ottenuto dal costruttore. In alternativa all’acquisto diretto, i beneficiari del programma potranno prendere in affitto gli appartamenti disponibili con patti di futura vendita e contratti scontati del 20% sul canone concordato (una tipologia di locazione frutto di particolari accordi territoriali tra le associazioni di proprietari e inquilini).

Non potranno usufruire delle opportunità offerte dal programma coloro che possiedono altri appartamenti (anche in usufrutto) in Emilia-Romagna oppure hanno ricevuto in precedenza altri contributi pubblici per l’acquisto di una casa.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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