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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche per la salute – Policlinico Modena, l’assessore Lusenti in Commissione: “Tutto il sistema dei controlli è stato applicato. Attendiamo con fiducia l’esito del lavoro della magistratura. Come Regione stiamo già intervenendo con alcune innovazioni, a partire dai contratti dei direttori generali di nuova nomina”

Bologna – “Tutto il sistema dei controlli, previsto a livello nazionale, regionale e aziendale, è stato applicato. Attendiamo con fiducia l’esito del lavoro della magistratura. Come Regione stiamo già intervenendo con alcune innovazioni, a partire dai contratti dei direttori generali di nuova nomina”.Queste le parole dell’assessore regionale alle Politiche per la Salute Carlo Lusenti, che è intervenuto oggi in Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali con un’informativa sulla vicenda del Policlinico di Modena.
Lusenti ha ricostruito nel dettaglio il quadro dei controlli sulle e nelle Aziende sanitarie che, aldilà delle competenze di verifica economica e d’ispezione straordinaria spettanti ai ministeri dell’Economia e della Salute, sono esercitati dalla Regione (per gli atti di programmazione finanziaria, i bilanci consuntivi, gli atti aziendali che disciplinano l’organizzazione fondamentale dell’Azienda, le verifiche sul raggiungimento degli obiettivi) e dalle Aziende stesse. L’assessore ha spiegato come ai controlli della Regione, e a quelli interni alle Aziende, si aggiunga la funzione di vigilanza – “e ciò avviene solo in Emilia-Romagna” – delle Conferenze territoriali Sociali e Sanitarie competenti. Lusenti ha illustrato successivamente le modalità con cui viene scelto e nominato il direttore generale, ricordando come, per quanto riguarda Cencetti, “il percorso è avvenuto rispettando tutte le norme regionali e nazionali vigenti sulle procedure di valutazione, nomina, rinnovo”.
L’indagine sul Policlinico di Modena “non nasce da una denuncia, ma dallo sviluppo autonomo del lavoro della magistratura – ha ribadito Lusenti – . Né la Regione, né l’Azienda hanno informazioni dirette su ciò. Siamo di fronte a ipotesi di reato di una gravità assoluta. Per ragioni di rispetto nei confronti della magistratura, attendiamo fiduciosi, pronti alla massima collaborazione”.
Esistono recentissime norme nazionali su trasparenza e anticorruzione; la consapevolezza “di aver applicato tutto ciò che si poteva applicare, e del totale rispetto delle procedure e dei controlli – ha proseguito l’assessore – non ci esime certo da una riflessione necessaria su alcune possibili innovazioni che consentano di introdurre nuovi strumenti e nuovi metodi di verifica e vigilanza”. Pertanto, “abbiamo già iniziato a introdurre ulteriori criteri di incompatibilità nei contratti dei direttori generali di nuova nomina, migliorando l’efficacia dei sistemi di controllo nella selezione e nel monitoraggio”. E questa “è una scelta regionale – ha spiegato l’assessore – propria dell’Emilia-Romagna, che rafforza la recentissima norma nazionale”. Un altro aspetto su cui lavorare è il riordino organico del sistema dei controlli della Regione sulle Aziende, in particolare su determinate attività giudicate sensibili, come nel caso degli appalti, “in cui una gestione sempre più centralizzata garantisce maggiori verifiche. In Emilia-Romagna abbiamo già raggiunto importanti risultati: basta pensare che siamo i primi in Italia con il 58% delle gare gestite a livello regionale. L’obiettivo è raggiungere l’85%”. Occorrerà, infine, “rafforzare il ruolo dei Collegi sindacali, anche attraverso la definizione di priorità nello svolgimento delle loro attività”.
In queste settimane “la discussione pubblica sull’inchiesta di Modena – ha concluso l’assessore – non si è soffermata sull’unico tema veramente importante: i risultati ottenuti dai direttori generali del Servizio sanitario regionale. Se non fossero stati raggiunti gli attuali risultati di qualità ed efficienza dei servizi garantiti dalle Aziende sanitarie, l’Emilia-Romagna non sarebbe ininterrottamente dal 2009 la regione italiana sempre prima nell’elenco del ministero della Salute sui livelli essenziali di assistenza assicurati ai cittadini”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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