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Da: Andrea Zamboni, Presidente Polizia Locale dell’Unione dei Comuni Terre e Fiumi

E p.c. agli Organi di Stampa Locale
Sulla stampa locale e sui social è apparsa la errata notizia in merito alla possibile attivazione di
procedure di rimborso delle somme pagate a titolo di sanzione pecuniaria per i verbali di
contestazione delle violazioni ai limiti di velocità accertati utilizzando l’impianto fisso di
rilevamento che era installato sulla s.p.5, via Po nel Comune di Copparo. Tale impianto era
gestito dalla Polizia Locale dell’Unione dei Comuni Terre e Fiumi. Questa notizie stanno
ingenerando infondate ed improprie aspettative fra i cittadini sanzionati. Si ricorda che
l’impianto è stato funzionante dal 10 agosto 2018 al 8 luglio 2019. La contestazione di tali
violazioni ha visto la presentazione di molti ricorsi sia davanti al Prefetto in via amministrativa e
davanti ai Giudici di Pace in primo grado con l’alternanza di pronunce sia positive che negative
per i ricorrenti. Una decina di questi ultimi hanno riproposto ricorso al Tribunale ordinario e
hanno visto accogliere le loro istanze con sentenze che hanno obbligato l’Unione dei Comuni
Terre e Fiumi a rifondere le spese legali, come avviene di norma in questi casi.
Per lo più gli utenti a cui è stata contestata la violazione hanno pagato la sanzione prevista nei
verbali utilizzando il sistema previsto dal Codice della Strada per il pagamento in misura ridotta
o scontato del 30%, riconoscendo la propria responsabilità in merito alla violazione dei limiti di
velocità.
E’ proprio il Codice della Strada che detta le modalità e i termini per accedere a tale forma di
pagamento ridotta o in alternativa di avviare le procedure di opposizione in via amministrativa o
giudiziaria.
E’ facilmente verificabile, anche con un facile accesso al web, che sussiste consolidata
giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte Costituzione che escludono la possibilità di
operare un rimborso generalizzato delle sanzioni amministrative pagate in misura ridotta o
addirittura scontata. Tali autorevoli pronunce rimarcano il fatto che se l’utente sanzionato paga
la sanzione, ammette la propria colpa e rinuncia ad avviare un contenzioso contro l’organo
accertatore nei modi e nei termini consentiti. Si afferma, altresì, che non può tentare azioni di
opposizione, successivamente all’avvenuto pagamento e fuori da tali procedure. Quindi, in
assenza di un obbligo, disposto da una autorità competente ad emanarlo, che vada in contrasto
con le citate pronunce, risulta impercorribile la possibilità di disporre la restituzione di quanto
pagato a titolo di sanzione a norma dell’art.202 del Codice della strada e del relativo reintegro
dei punti patente.
Si informa altresì che le sanzioni incassate per tale tipologia di sanzione e contabilizzate nel
bilancio 2019 dell’Ente sono state spese secondo i dettami dell’art. 142 del codice della strada e
come appositamente rendicontate al Ministero dell’Interno con apposita relazione.

IL PRESIDENTE
DOTT. ZAMBONI ANDREA

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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