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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Pomodoro da industria, una campagna nel segno della qualità e del rispetto delle programmazioni.
L’assessore Caselli, in visita allo stabilimento Conserve Italia di Pomposa (Fe): “Dal Psr risorse per favorire l’aggregazione e i progetti di filiera”.

Bologna – È una campagna nel segno della qualità del prodotto e di rese produttive nella norma, seppur disomogenee da provincia a provincia, quella del pomodoro 2015. È questa la fotografia scattata in occasione della visita dell’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, allo stabilimento di trasformazione Conserve Italia di Pomposa (Ferrara), uno degli impianti più grandi e moderni d’Europa in grado di lavorare oltre 4.500 tonnellate al giorno di “oro rosso” per produrre passate, polpe ed altri derivati.
All’incontro erano presenti il presidente di Conserve Italia Maurizio Gardini, accompagnato dal direttore generale Angel Sanchez, oltre ai presidenti dell’Organizzazione interprofessionale pomodoro da industria Nord Italia, Pier Luigi Ferrari, e dell’Op Apo Conerpo, Davide Vernocchi.
“Pur in presenza di un’annata caratterizzata da forti anomalie climatiche, con piogge abbondanti nei primi cinque mesi dell’anno ed intense e prolungate ondate di calore da luglio in avanti – ha detto l’assessore Caselli – i risultati di questa prima parte della stagione evidenziano l’importanza di una filiera coesa e ben organizzata, che fa leva sull’efficacia della programmazione produttiva e sulla trasparenza e il rispetto delle regole contrattuali. Proprio per questo è fondamentale che anche il Ministero riconosca il ruolo e l’attività delle Oi già costituite come quella del pomodoro del Nord Italia”.
Secondo le prime stime nell’Italia settentrionale saranno prodotte quest’anno intorno ai 2,6 milioni di tonnellate di pomodoro da industria, sostanzialmente in linea con l’obiettivo di produzione 2015 fissato tra i 2,45 e i 2,65 milioni di tonnellate, su una superficie complessiva di quasi 39.000 ettari in tutto il Nord Italia, di cui poco meno del 70% in Emilia-Romagna (+6,5% sul 2014).
All’incontro l’assessore Caselli ha annunciato importanti novità riguardo la politica di sostegno al settore. “Il nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 – ha sottolineato – sarà certamente un canale privilegiato da cui attingere risorse per gli investimenti per l’innovazione e l’ammodernamento tecnologico delle aziende agricole e delle strutture di lavorazione, stoccaggio e commercializzazione. I bandi saranno attivati dal prossimo autunno, con l’obiettivo di favorire le aggregazioni e i progetti di filiera”. L’assessore ha ribadito inoltre l’importanza del modello cooperativo per lo sviluppo del sistema agroalimentare, che trova in Conserve Italia un esempio di eccellenza.
“Sono tante le sfide che attendono il nostro settore, ma è fondamentale affrontarle come filiera unita per essere competitivi su scala globale – ha commentato il presidente dell’Oi Pier Luigi Ferrari -. L’esperienza della nostra organizzazione si contraddistingue per essere un buon modello nazionale che ci auguriamo possa essere d’esempio per altri territori sotto il profilo della programmazione e della governance di filiera, dell’attenzione alle tematiche ambientali e della ricerca e sviluppo”.
Il quadro produttivo provincia per provincia
La provincia con la maggiore estensione colturale in regione è Piacenza, con più di 9.800 ettari, seguita proprio da Ferrara, al secondo posto con oltre 6.850 ettari. La provincia estense, che peraltro vanta la maggior estensione di superfici bio, pari a circa 980 ettari, è quella che quest’anno sta risentendo di più dell’avverso andamento meteo. Il risultato sono rese produttive al di sotto della media anche di un 15-20%, mentre la situazione si presenta discreta nella zona di Parma e Piacenza. Buone performance produttive nel Modenese, mentre anche il Ravennate è in sofferenza.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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