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Da Coordinameno Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime il proprio apprezzamento in relazione all’intervento sulle pagine di Avvenire del professore emerito di pedagogia generale nell’Università di Roma Tre, Luciano Corradini, il quale ha dichiarato che a settembre verrà preparato un testo ministeriale in cui l’insegnamento della Cittadinanza e Costituzione sarà potenziato nel primo e nel secondo ciclo d’istruzione.
Ricordiamo che molte assunzioni del personale A046 – discipline giuridiche ed economiche, effettuate nell’a.s. 2015/2016, sono state realizzate tenendo conto dell’area “socio economica e per la legalità” anche nel primo ciclo d’istruzione (lettere “d”, e ed “l” del comma 7 della legge 107), creando un importante precedente. Inoltre il personale in oggetto è stato individuato quale destinatario di proposta di contratto individuale di lavoro, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 25 del C.C.N.L. del 29 novembre 2007 per il comparto scuola, in quanto inserito nella graduatoria in esaurimento degli aspiranti al ruolo in qualità di docente di scuola secondaria di secondo grado, per la classe di concorso A046 ex A019 – discipline giuridiche ed economiche, nell’ambito del piano straordinario di assunzioni di cui alla legge 107/2015, art. 1 comma 98 lettera c), con assegnazione su scuola secondaria di primo grado. Il periodo di prova, regolato dall’art. 1 commi 115 a 120 della Legge 107/2015, è stato condotto sotto la guida di un tutor docente curriculare di primo grado (in generale, della classe di concorso ex A043 – Italiano, Storia e geografia) quasi ad evidenziare la contiguità delle discipline afferenti alla macro area socio – economica.
In considerazione di tutto ciò, si evince che i docenti A046 potrebbero ragionevolmente e con grande efficacia essere utilizzati nelle istituzioni scolastiche di primo grado, per costruire strategie didattiche formative della persona in un percorso scolastico di ampia gittata, che consenta un idoneo consolidamento dei principi costituzionali, democratici e di cittadinanza attiva, dal momento che tali competenze saranno oggetto, a quanto pare, di valutazione nell’Esame di Stato.
Auspichiamo che il decreto in itinere preveda realmente l’insegnamento da parte di personale specializzato nel settore (A046) di elementi di legalità e cittadinanza in tutte le scuole di ogni ordine e grado, perché le dichiarazioni più volte enunciate in tal senso da autorevoli esponenti politici abbiano una concreta realizzazione.
Il Coordinamento è disponibile ad un confronto costruttivo con tutte le associazioni e le parti sociali che abbiano a cuore tale problematica.

prof. Romano Pesavento
Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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