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Premi Ubu 2021, presentati i finalisti: due nomination coinvolgono direttamente Ferrara. Si tratta di “Piazza degli Eroi” per la regia di Roberto Andò, prossimo spettacolo di prosa in cartellone al Teatro Comunale di Ferrara, e “Dialogo Terzo: IN A LANDSCAPE” di Alessandro Sciarroni e CollettivO CineticO, coprodotto dalla Fondazione teatrale ferrarese.  Sono stati annunciati sabato 20 novembre i finalisti degli ‘Oscar del teatro italiano’ per gli anni 2020 e 2021. La premiazione si terrà lunedì 13 dicembre al Cocoricò di Riccione in diretta radiofonica su Rai Radio3, per “Radio3 Suite”.
Piazza degli Eroi di Thomas Bernhard (regia di Roberto Andò, nel cast anche Renato Carpentieri e Imma Villa) arriva a Ferrara dal 10 al 12 dicembre ed è candidato come Spettacolo dell’anno insieme ad Hamlet di Antonio Latella, Antigone di Massimiano Civica e Misericordia di Emma Dante. Lo spettacolo – che in Italia non era ancora stato messo in scena – è l’estremo congedo dalla vita e dal teatro con cui il drammaturgo austriaco sceglie di dare un nome e un tempo all’ottusità brutale che vede avanzare sulle macerie del Nazismo. “Sono molto contento di portare questo spettacolo al Teatro Abbado, diretto da Moni Ovadia – aveva detto Andò per la presentazione della stagione – Bernhard con questo testo testamentale racconta in modo geniale il ritorno dei fantasmi che credevamo completamente abbattuti, i fantasmi della storia, quello che lucidamente aveva intravisto in Austria ben prima che il populismo in Europa, bestiale, terribile, vera malattia della democrazia, prendesse corpo anche nel nostro Paese”.
In queste nomination, come già avvenuto in passate edizioni, c’è anche CollettivO CineticO, compagnia di danza fondata a Ferrara nel 2007 da Francesca Pennini e che coinvolge oltre 70 artisti. Dialogo Terzo: IN A LANDSCAPE è nominato sia come Migliore spettacolo di danza (insieme a Best Regards di Marco D’Agostin e Doppelgänger di Abbondanza Bertoni e Maurizio Lupinelli), che come migliori costumi (Ettore Lombardi). “La collaborazione con Alessandro Sciarroni è stata per noi un grande dono – continua Francesca Pennini – È una performance delicatissima e potentissima, semplice e infinitamente complessa, in cui ogni volta si celebra l’essenza stessa dell’essere presenti. Un momento di vita ad alta intensità che, senza sconti, si apre disarmato allo sguardo”. Era stato proposto dalla Fondazione anche a settembre per la riapertura della stagione di danza del Teatro Comunale di Ferrara dopo le chiusure covid. Aveva debuttato fuori-teatro in uno dei tre giardini del progetto Interno Verde Danza: “Un rito importante e farlo respirare nel parco di Villa Imoletta ha collezionato panorami di bellezza rara”. Il ringraziamento di Pennini va poi “a chi ogni volta va in scena dandosi completamente, a chi durante questa creazione si è trasformato radicalmente, a chi ha lavorato fuori scena sempre con grande passione, a chi l’ha ospitato nutrendolo di panorami e sguardi e ai coproduttori che l’hanno sostenuto con grande fede: Aperto Festival – Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Operaestate Festival Veneto/CSC, Marche Teatro, Centrale Fies / Art Work Space”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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