Skip to main content

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Dopo anni di intenso lavoro di squadra tra l’Amministrazione Comunale ed il Comitato scientifico ieri sera in Consiglio Comunale sono state premiate le prime tre proposte progettuali, che hanno partecipato al concorso di idee per gli allestimenti museali dell’ex-Ospedale settecentesco degli Infermi. Ad aggiudicarsi il concorso di idee con 98 punti è stata Michela Binacardi, architetto bolognese, che ha ritirato la targa e la pergamena dalle mani del Sindaco Marco Fabbri, presentando il suo staff, composto dagli architetti Angela Cazzoli, Nike Marangucci, Alessandro Tricoli, Rita Zambonelli e dall’archeologa Gaia Cammarata. Secondo posto per la proposta progettuale (92 punti) dell’arch. Daniela Delvecchio di Bologna (collaboratori: William Strali, Luca Paladino, Massimo Sarzi Madidini e Marco Lama). Infine al terzo posto con 70 punti si è classificata la proposta di Cesari Mari, condivisa dall’architetto Annachiara Zarattini di Comacchio, che ha ritirato la pergamena dalle mani dell’Assessore alla Cultura Alice Carli e da Mauro Dalloca e Paolo Capponcelli. “Si è conclusa la prima parte dei lavori cominciati anni fa – ha commentato con soddisfazione il sindaco Marco Fabbri-, lavori in parte rivisti da questa Amministrazione Comunale. Sono stati compiuti sforzi massimi, sino all’approvazione da parte della giunta del progetto elaborato dal Comitato scientifico. Quello che sorgerà – ha proseguito il Sindaco – sarà un Museo di respiro nazionale, che dovrà essere messo in rete non solo con gli altri musei della provincia, ma anche con tutte le altre realtà museali italiane.” La dottoressa Laura Ruffoni, responsabile dei Servizi Museali Comunali ha poi compiuto un excursus delle vicende che hanno preceduto il concorso di idee per gli allestimenti dell’ex-ospedale settecentesco, culminato con le premiazioni di ieri sera. Nel 1988 è stato siglato il primo protocollo d’intesa, che individuava l’ex-ospedale San Camillo come area museale, fulcro di un sistema archeologico che comprendeva anche le valli. Dopo lunghi restauri, nel 2005 su impulso di Fede Berti, ex direttrice del Museo archeologico nazionale e dell’ex- Soprintendente ai beni archeologici Luigi Malnati, sono state realizzate tre importantissime mostre, che hanno segnato il momento d’oro per gli scavi archeologici nel territorio comacchiese, delineando un nuovo inizio per le ricerche. Nel 2009 è stato nominato il Comitato scientifico, poi le alterne vicende politico-amministrative hanno comportato una battuta d’arresto per tutti i lavori. Recentemente, il Comitato scientifico, sotto il coordinamento dell’archeologo Mario Cesarano, ha presentato le linee guida e ieri sera è stata dunque premiata la proposta progettuale, che dovrà tradurle in realtà. Durante la cerimonia di premiazione è intervenuto lo stesso archeologo Mario Cesarano, funzionario della Soprintendenza ai Beni Archeologici, per sottolineare che “il dialogo con l’Amministrazione Comunale è serrato, ci chiede conto di quello che si sta facendo, perché è l’interfaccia con la comunità locale. Ci sono professionisti impegnati in ciascuna delle sezioni museali. Stiamo lavorando per fare un buon museo – ha aggiunto Cesarano -, quello che la città merita. L’ing. Antonio Peretto si occupa della sezione dedicata all’evoluzione del paesaggio in cui insiste Comacchio da 1 milione di anni (idrografia, orografia, flora, fauna e paesaggio). La seconda sezione è quella curata dal Dott. Valentino Nizzo (periodo pre-spinetico ed età del bronzo); la terza è quella interamente riservata a Spina con la storia del centro etrusco e con la sua evoluzione, nella quale saranno esposti reperti provenienti dalla necropoli, ma anche dall’abitato di Spina. Questa sezione è stata curata dalla Dott.ssa Caterina Cornelio, Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, presente in aula. Vi è poi la sezione dedicata all’antichità romana, curata dal prof. Aniello Zamboni e dal prof. Claudio Negrelli). “Negli anni non c’è mai stata un’azione di scavo mirata su questo argomento e questa sezione vuole raccontare – ha aggiunto Cesarano – cosa succede quando sul territorio arrivano i Romani.” L’ultima sezione è quella legata all’età tardo-antica dall’Alto Medioevo con la cristianizzazione del territorio e la nascita del primo centro di Comacchio (VI-VII sec. D.C.). L’obiettivo condiviso tra il Comitato scientifico e l’Amministrazione Comunale è quello di dare vita ad un museo ricco per qualità di materiale selezionato e per qualità di dati scientifici. L’ultimo aspetto, non meno importante, toccato da Cesarano nella sua lunga e dettagliata esposizione concerne le sorti future della Nave Roma di Valle Ponti. “Come Soprintendenza abbiamo ripreso un dialogo con l’Amministrazione Comunale, è una questione spinosa, perché la nave così imponente è problematica – ha sottolineato Cesarano – e non certo perché si sia voluto creare un problema. Quei metodi di restauro ritenuti efficaci in passato e sperimentati altrove, nel tempo con il ricorso a determinati prodotti hanno rivelato di non essere adeguati, ma anzi hanno prodotto danni ai relitti. Dopo una battuta di arresto ci si è trovati ad approcciare pertanto nuove strade – ha concluso Cesarano -. Tutto ciò richiede uno sforzo economico che, a definire notevole, è poco. E’ necessaria sinergia da parte di tutti e la città di Comacchio deve sapere che si sta lavorando, affinchè la nave possa essere esposta quanto prima possibile. Non vi è nulla che ristagni.”

tag:

COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it