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da: ufficio stampa A.E.R.R.S.

Si è tenuta sabato scorso l’assemblea generale dell’Associazione Emilia Romagna Rievocazioni Storiche a Faenza. Ospitati dal Rione Verde del Palio del Niballo, i soci dell’A.E.R.R.S. hanno potuto confrontarsi sulle attività dell’Associazione e dei rievocatori, pianificare le prossime iniziative, votare ed esprimersi sui bilanci economici e confermare la compagine della Commissione Storica, organo di verifica dell’aderenza delle manifestazioni socie e richiedenti alle regole della “buona rievocazione”.
A fare da padrone di casa il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi. “Faenza è una città di tradizione per ciò che riguarda la rievocazione, in questo il Palio del Niballo è il nostro piatto forte. – ha detto Malpezzi – L’amministrazione comunale ci crede molto e attorno ai rioni ha costruito un movimento che esprime una interessante progettualità, che copre tutto l’arco dell’anno. Il comune ha adottato una delibera di indirizzo mettendo a disposizione rioni sedi grandi e comode, perché i rioni svolgono un importante ruolo di socializzazione, le cui attività ruotano si attorno alla tematica della rievocazione storica ma sono fulcro di socializzazione, dal punto di vista culturale e aggregativo, mettendo assieme giovani e più adulti, tutte le età.”.
“L’anno che ci siamo lasciati alle spalle ha rappresentato per l’Associazione un momento epocale, ricco di esiti positivi. Dalle tante adesioni di nuovi Soci, all’interesse riservatoci da Istituzioni e Regione, Regione che ci ha inclusi negli albi delle Commissioni 2° e 5°, Cultura e Turismo del Consiglio Regionale, e che più volte ci ha invitato alle discussioni di progetti di Legge o su temi ad essi legati.” Con queste parole il presidente dell’Associazione, Giannantonio Braghiroli, ha aperto ufficialmente i lavoro dell’assemblea, ribadendo la necessità di implementare le attività e i servizi messi a disposizione dell’AERRS, dal sostegno alla promozione e comunicazione – per il quale l’associazione si è da tempo dotata di un ufficio stampa – alla consulenza legale e fiscale, già da anni assicurata dalla collaborazione con lo Studio commercialisti Simonetta Fabbri di Ferrara.
Ha continuato il presidente: “Per questo dobbiamo essere pronti a capire l’evolversi delle cose, adeguandoci alle trasformazioni, soprattutto sociali in atto, saper contare sempre di più, aprendoci a nuovi confronti, essere capaci di realizzare nuove ed indispensabili sinergie mettendo da parte inutili campanilismi, realizzare e fare rete. Dobbiamo essere una parte riconosciuta, un vero e proprio comparto della nostra Industria del Turismo, dobbiamo essere parte di un piano di marketing turistico con le APT, dobbiamo essere riconosciuti come club di prodotto, ma tutto questo lo potremo ottenere solo muovendoci assieme, senza paura che questo possa minare le nostre indispensabili autonomie.”.
La Regione Emilia Romagna conta circa 400 Comuni, molti dei quali sono sede (oltre che di sagre e fiere) di eventi storici: una ricerca della Camera di Commercio di Ferrara conta in oltre 200.000 le giornate impegnate in feste, sagre e rievocazioni, e non è difficile capire come molte di queste siano
giornate legate alle Rievocazioni riconosciute da A.E.R.R.S. e di come l’economia dei territori ne abbia vantaggio. Il movimento rievocativo regionale è fatto di oltre 500.000 volontari, spinti dalla passione che è però capace di muovere l’economia dei territori e stimolo alla ripresa di antichi mestieri.
“Sappiamo perfettamente di essere una delle nuove frontiere del turismo, studiosi di flussi e di marketing turistico definiscono il nostro come il comparto del turismo della memoria, comparto tra i più attivi ed economicamente significativi su scala regionale e nazionale. – Ha concluso Braghiroli – Aerrs è presente nella nuova legge regionale ‘Ordinamento turistico regionale-sistema organizzativo e politiche di sostegno alla valorizzazione ed alla promo-commercializzazione turistica’ con l’Albo delle Rievocazioni Storiche e in quella proposta sulla valorizzazione delle manifestazioni storiche dell’Emilia Romagna”. Una vittoria significativa per l’Associazione, poiché la grande quantità e qualità delle manifestazioni è pari – se non maggiore – di quelle del Veneto e della Toscana, già dotate di uno strumento legislativo ad hoc che le tuteli, le sostenga e le promuova.
A presentare la proposta di legge sono intervenute le consigliere regionali Manuela Rontini e Marcella Zappaterra, di Faenza e Ferrara, che ben conoscono la realtà rievocativa locale e il suo impatto sociale e turistico sul territorio.
“E’ stato fatto uno stralcio ad hoc dalla legge sul turismo per dare indicazioni precise sulla regolamentazione e valorizzazione della vostra realtà – ha spiegato la Zappaterra – Siamo anche convinte che questa proposta di legge, composta da pochi articoli per essere snella e precisa nel suo stesso indirizzo, avrà un voto positivo trasversale in Consiglio regionale. La legge in questione chiarirebbe in modo preciso il ruolo della regione, disporrebbe misure di sostegno a loro favore tramite finanziamenti che andranno a bando su progetti, promuoverebbe e garantirebbe la collaborazione con tutti i soggetti, pubblici e privati, rispetto allo svolgimento delle manifestazioni. In questo quadro, viene quindi riconosciuto all’AERRS il ruolo di garante per le funzioni di vigilanza sul possesso dei requisiti delle manifestazioni iscritte al registro.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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