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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Il 70 per cento in meno di costi sulla bolletta elettrica, con un investimento complessivo di circa 300mila euro, dei quali oltre 180mila finanziati dal progetto europeo Ex.Po Aus (sigla di Extension of Potentiality of Adriatic Unesco Sites).
È, in sintesi, il risultato ottenuto dalla Provincia di Ferrara per avere fatto parte del progetto che ha visto come leader partner la città di Dubrovnik in Croazia.
Risorse che sono state investite in un’operazione di miglioramento ed efficientamento energetico degli impianti di riscaldamento e illuminazione in Castello Estense.
Tre i risultati ottenuti: un risparmio energetico, una migliore sicurezza, specie con l’istallazione di porte antincendio, e la garanzia di condizioni di microclima adatto per le esposizioni temporanee lungo il percorso di visita del monumento simbolo di Ferrara.
Concretamente, la maggiore efficienza sul piano della resa termica – come spiegato dal dirigente della Provincia Moreno Po – è stata ottenuta tenendo presente i vari piani del Castello adibiti ad attività diverse e con differenti esigenze di orario. Così gli impianti di riscaldamento sono stati resi indipendenti da un piano all’altro e una maggiore efficienza è stata conseguita con l’istallazione nei vari termosifoni di valvole termostatiche e con la sostituzione di pompe di circolazione e di termoconvettori.
Per quanto riguarda, poi, l’impianto d’illuminazione, l’intervento ha riguardato complessivamente 140 piantane e la sostituzione di 1204 lampade a basso consumo energetico.
“È stato un progetto pilota – ha commentato il presidente della Provincia, Tiziano Tagliani – che ha visto l’impiego di soluzioni tecnologiche innovative volte al risparmio energetico, oltre che a migliorare le dotazioni impiantistiche in uno dei principali luoghi a Ferrara dove si producono e ospitano eventi culturali”.
Oltre a Ferrara, le altre città siti Unesco che hanno fatto parte di Ex.Po Aus sono state Ravenna, Alberobello, Corfù
e Spalato, mentre il progetto ha visto collaborare insieme i paesi di Italia, Croazia, Slovenia, Montenegro, Bosnia Herzegovina, Albania e Grecia.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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