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Evento promosso da: FERRARA FILM FESTIVAL, LIONS FERRARESI, E.M.I, AIGA FERRARA, ASSOCIAZIONE CERVELLI IN MOVIMENTO.
Mercoledì 11 luglio al Palazzo della Racchetta, via Vaspergolo 4/6, alle ore 19.30 (ingresso libero), ci sarà la presentazione del libro “#Facciamocisentire” con la partecipazione dell’autrice Sara Gerini.
Introduce la direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara Dott.sa Anna Quarzi.
Interviene Lucia Brasini, rappresentante coordinamento regionale FIADDA E.R. Intervento dal titolo “parole da ascoltare, parole da leggere…parole per tutti”.
Al termine aperitivo con buffet offerto a tutti i partecipanti.
In allegato Locandina.

Sorda dalla nascita per una rosolia contratta dalla madre al quarto mese di gravidanza, Sara Giada Gerini è una bella giovane donna piena di grinta, ex campionessa olimpionica di pallavolo della Nazionale Sordi, salita alla ribalta delle cronache dopo aver postato sulla sua pagina Facebook un video nel quale rivendica i diritti dei non udenti. Il video è stato visto da circa 23 milioni di persone in 5 mesi e ha avuto oltre 800 mila condivisioni. Tutto questo ha trasformato Sara in una moderna, ironica, scanzonata “Giovanna d’Arco delle pari opportunità” anche per chi non ha il dono dell’udito.
Sara ha deciso di raccontare in prima persona la vita vera di chi “non ci sente con le orecchie, ma col cuore” in pagine raccolte dalla penna agile della scrittrice e giornalista Marina Migliavacca Marazza. Il progetto è frutto di un’idea di Claudio Venturelli, che ha anche scritto una toccante prefazione. Un libro che si legge d’un fiato, pieno di intensa umanità, dramma e incredibile sense of humour. È la quotidianità solo apparentemente “normale” di chi è affetto da un handicap che nessuno può vedere, ma che ti cambia l’esistenza. Il volume tocca argomenti interessanti e spesso “sensibili” attraverso aneddoti e riflessioni: il tono è leggero, una chiacchierata godibilissima, ma il senso è profondo. Il suo scopo del resto è dichiaratamente ambizioso: promuo¬vere una rivoluzione culturale per la quale i tempi sono maturi.

Che cos’è #FacciamociSentire?
#FacciamociSentire, che dà il titolo al libro, è una iniziativa di Sara Giada Gerini che si è fatta portavoce di una richiesta rivolta a emittenti televisive, servizio pubblico in testa, perché ogni trasmissione sia supportata da sottotitoli.
Questo è stato solo l’inizio: in realtà il messaggio di #FacciamociSentire va bene al di là di questa singola campagna, ma promuove l’interesse per il mondo della sordità in generale. Da una “tv a misura di non udenti”, arriva a sensibilizzare nei confronti di tutto un mondo che tenga presente gli handicap visibili e invisibili.

Il libro
“Gli eschimesi hanno tante parole per dire “neve”:
i sordi tante sfumature diverse di “non sentire”.

Sara ha molte cose da raccontare.
Prima di tutto la sua vita: i suoi genitori, che avevano già subito la perdita di un’altra bimba, pur sapendo che la rosolia della mamma avrebbe potuto provocare dei danni al feto, hanno deciso di portare a termine la gravidanza, ed è nata una bambina bella e sana, col problema dell’udito.
Sara ci racconta che cosa vuol dire non sentirci. C’è chi nasce sordo e chi lo diventa, è un handicap diffuso che può isolare dal mondo.
Sara racconta di quando era piccola e i suoi compagni di scuola lo avevano capito più degli insegnanti, qualche volta. Non c’erano gli strumenti che ci sono oggi, ma loro la avevano accolta e avevano trovato il modo di integrare i due mondi, si mettevano accanto a Sara e quando la maestra spiegava loro prendevano appunti per lei, che così aveva i “sottotitoli della lezione.” Gli altri bambini sono stati i primi “sottotitolatori” della sua vita.
Ci racconta il mondo dello sport paraolimpico, che conosce molto bene.
Ci racconta la giornata tipo di una persona che non sente e che incontra tutta una serie di difficoltà che gli udenti nemmeno immaginano.
Ci racconta come percepisce il mondo una persona sorda, quando viaggia, quando si trova alle prese con l’imprevisto e non con la routine.
Ci racconta che esistono modi diversi di affrontare la sordità e di adattarvisi e superarla, almeno parzialmente.
Ci racconta momenti drammatici, come quando è stata vittima di un incidente automobilistico.
Ci racconta di come il mondo degli udenti interagisce col mondo dei sordi, a volte con indifferenza e insensibilità, o peggio; a volte con partecipazione e intelligenza.
Ci racconta che cosa la medicina e la tecnica sono in grado di fare oggi per i non udenti. Recentemente Sara è stata negli USA dove si è interessata a un progetto che prevede di fornire gratuitamente degli apparecchi acustici a bambini appartenenti a fasce di reddito basse. Sta portando questa iniziativa in Italia.
Ci racconta che tipo di aiuto possono dare i social network per lanciare delle grandi campagne umanitarie come la sua, come utilizzarli, qual è stato l’impatto della sua iniziativa.
Ci racconta il mondo di chi non ci sente con le orecchie, ma col cuore.
La storia di Sara, raccontata con brio e molta autoironia, si conclude dei flash su personaggi famosi affetti da sordità. Da Beethoven a Edison, da Goya a Pierre de Ronsard, fino ai giorni nostri, con attori, sportivi, addirittura agenti segreti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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