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Da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

“Palio di San Giorgio: Torneo delle contrade per l’Arme di San Giorgio” ossia il libro sui Palii “dimenticati” e che si svolsero nella Ferrara anteguerra degli anni ’30 del secolo scorso. E’ l’ultima fatica letterario dello scrittore e ricercatore di storia locale (nonché dentista) Marco Nonato che – con il consueto ed immancabile ausilio di Leopoldo Santini e Laura Gessi – punta il suo faro erudito ad illuminare quelle rivisitazioni storiche dal 1933 al 1939. Il volume ha il supporto dell’Amministrazione Comunale, di Ascom Confcommercio Ferrara e dell’Ente Palio di Ferrara.

“I fasti della corte estense e del loro antico palio furono riproposti da Italo Balbo e dai suoi collaboratori in chiave di di teatralità, una sorta di liturgia- spiega l’autore – ecco dunque Fanti, Dame e Cavalieri, tutti magistralmente diretti in un quadro definito, preciso e scandito per far rinascere dall’oblio i “fasti estensi”. Un teatro di popolo che si manifesta dunque nei cortei, nelle piazze e nelle strade laddove l’ambiente crea pathos così come i suoi suoni e colori danno luogo a quello che possiamo definire il “teatro di strada”. Penso dunque che questa ricerca possa colmare quella lacuna temporale di storia che per diverse ragioni non è mai stata completamente sviscerata” conclude Nonato.

“Ferrara ed i ferraresi non possono e non vogliono dimenticare la grandezza della loro città. L’autore – come sottolinea il vicesindaco Nicola Lodi ed assessore al Palio – ha voluto coscienziosamente porre in risalto il difficile confine tra ideologia e palio, un evento che diede grande lustro alla città di Ferrara anche grazie alle manifestazioni a corollario del Centenario Ariostesco” che ha lanciato l’idea di realizzare un Museo del Palio. Uno sforzo a far apprezzare una città unica per monumenti ma anche per l’appunto per le sue tradizioni: “Il nostro lavoro – commenta Giulio Felloni, presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara – è promuovere le eccellenze con le sue valenze turistiche proprio come il Palio. Un evento che viene raccontato dal libro dell’amico Marco che riporta a galla squarci del passato ma è anche di straordinaria attualità. Elementi che furono compresi da due figure come quella di mio padre Giancarlo che insieme a Franco Nino Visentini nel riproporre il Palio dalla fine anni ’60”.

Un volume, con una prefazione del ministro Dario Franceschini, che riaccende un rapporto con la città: “Leggendo questo libro – riprende Marco Gulinelli, assessore alla Cultura – si ha la netta sensazione di un rapporto tra Palio e Ferrara che scende in profondità che arriva fino alle radici di un luogo identitario senza pari nel mondo. Radici ancora oggi ben salde anche e soprattutto grazie ad eventi e pubblicazioni come quelle a cui ci ha abituato Marco Nonato. Grazie ad esse, ognuno di noi, può continuare il proprio lavoro con molte certezze. Questo il ringraziamento e il riconoscimento che mi sento di fare all’autore per questo bellissimo volume e per le immagini ricche di significati antichi e profondi”. La presentazione ha visto gli interventi ed i saluti del neo presidente del Palio Nicola Borsetti e di Anna Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea ad omaggiare un lavoro di ricerca che ha visto l’ampio coinvolgimento di tante famiglie ferraresi che hanno permesso di ricostruire un lembo di storia.

La pubblicazione ha il supporto di numerosi enti e sponsor: Unindustria, Fondazione Estense, Fondazione Premio Estense, Circolo della Stampa, Ferrariae Decus, ospedale privato accreditato “Quisisana”, Felloni dal 1946, Elba Metalli, Suono Vivo, Itas Assicurazioni.

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ASCOM FERRARA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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