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Quattro influencer internazionali ospiti del Comune di Ferrara e dell’Ateneo estense dal 13 al 17 giugno

Patrick Sebastian, Sarah Faraj, Daniel Overbeck, Abou-Osman Youssef-Andrei sono i quattro influencer internazionali ospitati dal 13 al 17 giugno a Ferrara per scoprire le eccellenze di Unife ed insieme il patrimonio culturale della città, grazie al progetto #MyUnifeExperience.

#MyUnifeExperience si inserisce nell’ambito delle numerose collaborazioni in essere tra Comune di Ferrara ed Ateneo estense, con l’obiettivo di promuovere l’attrattività del territorio e il suo legame con l’Università, con un particolare focus sui temi dell’accoglienza e della capacità di attrazione nei confronti dei giovani stranieri. Ma il progetto aspira anche a stimolare la propensione alla scoperta e alla conoscenza culturale delle studentesse e degli studenti già in città, valorizzando le numerose esperienze di benessere e di condivisione fruibili.

Gli Influencer, provenienti da paesi d’interesse strategico per l’Ateneo e per il Comune (Francia, Germania, Svezia e Danimarca), hanno restituito una grande visibilità all’Ateneo e a Ferrara: attraverso la condivisione sui loro canali social delle esperienze vissute in città, il territorio si è mostrato a circa 12mila utenti in Europa.

Ricco il programma di attività pensato per loro: hanno iniziato assistendo al concerto degli LCD Soundsystem, primo appuntamento in Piazza Castello di Ferrara Sotto le Stelle, continuato con la visita al polo scientifico Tecnologico di Unife e con numerosi incontri con i ricercatori Unife, si sono rilassati col laboratorio di pasta fresca e con un giro in bicicletta sulle mura, per finire con una visita guidata al centro storico.
Oltre che sui profili degli influencer, tutte le attività in programma possono essere seguite sulla pagina instagram ufficiale dell’Ateneo (unife.it).

Fulvio Fortezza, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese e delegato rettorale al rafforzamento dell’immagine e del posizionamento dell’Università di Ferrara, spiega: “Il progetto #MyUnifeExperience è un’ulteriore (bellissima) manifestazione della stretta sinergia che Università e Comune hanno creato per dar vita a un prodotto turistico e formativo sempre più integrato e attrattivo. Ferrara è una città universitaria ricca di sfumature, che mediante questa iniziativa verranno raccontate in modo originale e coinvolgente da 4 influencer internazionali, che a tal fine vivranno esperienze di vario tipo (culturali e formativo-divulgative, di intrattenimento e sportive), nell’ambito di un programma ricco e stimolante. Siamo fermamente convinti che Città e Università abbiano ancora moltissime opportunità da sfruttare, assieme, valorizzando le tante peculiarità che presentano nel panorama nazionale e internazionale”

#MyUnifeExperience è il terzo progetto congiunto tra l’Amministrazione comunale e l’Università – spiega il vicesindaco Massimo Maisto – e rafforza ulteriormente il rapporto tra città e studenti. I quattro giovani influencer scopriranno la città in tutti i suoi aspetti: dai piccoli ai grandi eventi, al cicloturismo, alle eccellenze gastronomiche. E’ proprio il racconto l’elemento di base di questo progetto. Presenteremo loro dei prodotti esperienziali dal forte carattere identitario per la nostra città, in modo da creare una relazione emozionale tra gli influencer, il territorio e le persone che lo vivono e lo narrano
Gli studenti sono una grande risorsa per la nostra città, e sempre di più vogliamo far si che Ferrara diventi una città pronta ad ospitare giovani da tutto il mondo.

Da: Servizio Manifestazioni Culturali e Turismo. Politiche per la Pace Comune di Ferrara. Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e digitale Università degli Studi di Ferrara.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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