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Da: Organizzatori

ITALIAN EXTREME vol.2
14 marzo – The Outsider, il cinema di Antonio Margheriti
incontro con Edoardo Margheriti
L’Associazione di promozione sociale Feedback è fiera di annunciare la seconda edizione di ITALIAN EXTREME, la rassegna
d’incontri cinematografici che ha tinto di underground la Video-Biblioteca Vigor già nel 2018. Continueremo a parlare di cinema
italiano estremo, ai margini del circuito produttivo/distributivo, di registi e registe che hanno cambiato le regole del cinema
nostrano, concependo opere provocatorie, rivoluzionarie e spesso scomode.
Si parte giovedì 14 marzo con l’omaggio dovuto ad uno dei maestri indiscussi del cinema di genere italiano: Antonio Margheriti.
Pioniere del cinema di fantascienza italiano degli anni ’60 con Space Men e con la quadrilogia della stazione spaziale Gamma 1 e
squisito artigiano al servizio, tra gli altri, di Andy Warhol per il suo dittico horror dedicato a Dracula e Frankenstein, Margheriti ha
spaziato con decine di pellicole tutti i generi cinematografici, toccando una delle sue vette con Apocalypse domani, uno degli
cannibal horror politici più ricordati.
Ospite d’eccezione della serata il figlio Edoardo che incontrerà il pubblico e presenterà il suo documentario The Outsider dedicato
alla carriera del padre.
Giovedì 14 marzo, ore 21, presso Video-Biblioteca Vigor, Via Previati 18, Ferrara.
L’incontro è ad ingresso libero e riservato ai soci Feedback.
È possibile tesserarsi la sera stessa in loco.
Edoardo Margheriti / Nasce a Roma il 15 febbraio 1959. Figlio del prolifico regista Antonio Margheriti, segue le orme del padre fin
da giovane, collaborando con lui in tutti i suoi film a partire dal 1977. Dotato di ottima manualità e senso artistico, inizia curando
i modellini e le costruzioni per gli effetti speciali. Negli anni ’80 fonda una sua società con cui realizza effetti speciali lavorando
anche per altri registi come: Steno, Dino Risi, Mario Monicelli, Carlo Vanzina, Terence Hill, Sergio Martino. Edoardo è stato Aiuto
Regista, e Regista della Seconda Unità in oltre quindici film del padre, ed in altri, Direttore di Produzione o Organizzatore Generale.
In tutti quanti, però, ha realizzato gli effetti speciali, a volte spettacolari, che caratterizzavano i film e lo stile proprio di Antonio
Margheriti. Nel 1989 esordisce alla regia con due film d’azione: “The Black Cobra 2” e “Black Cobra 3 – Manila Connection”. In
seguito, durante un periodo di crisi per tutto il cinema italiano, Edoardo decide di dedicarsi alla Produzione, e lo fa con ottimi
risultati, raggiungendo in pochissimo tempo la qualifica di Organizzatore Generale. In quindici anni accumula esperienza
lavorando anche in film americani di grosso budget come “Hudson Hawk” un action comedy con Bruce Willis; realizza come
organizzatore generale molti altri film e serie televisive di grande rilievo: “Lucky Luke”, “Genghis Khan”, “Virtual Weapon”, “Il Figlio
di Sandokan”, “Il Settimo Papiro”, “Elisa di Rivombrosa”, “Attenti a quei tre”. Realizza anche la regia della seconda unità per “Elisa
di Rivombrosa”, “Provaci ancora Prof 2”, “Il Commissario Rex” e molti altri film e serie televisive. In seguito a queste esperienze
ha deciso di tornare alla regia, il suo primo amore, e al cinema di genere dirigendo per Mediaset i seguenti TV Movie: “Negli occhi
dell’assassino”; “La donna Velata”, e per la collana “6 passi nel giallo”: “Sotto Protezione” e “Souvenirs”. In seguito produce e
realizza il documentario “The Outsider – Il cinema di Antonio Margheriti” in ricordo del padre nel decimo anniversario della sua
scomparsa, e successivamente “Il disordine del cuore” una storia sentimentale e profonda che ruota intorno a due personaggi
complessi ed intriganti. Da diversi anni ormai si occupa di adattamenti dialoghi per film e serie televisive americane che vengono
doppiate per il nostro paese. Centinaia di titoli per le reti nazionali, Netflix e Amazon

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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