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Da Poste Italiane

I bambini della Scuola Primaria che hanno imbucato le loro letterine riceveranno la risposta contenente una sorpresa e potranno scaricare un’app per creare disegni e lettere animate

Ferrara, 22 dicembre 2017 – Una cassetta postale natalizia per poter imbucare le loro letterine a Babbo Natale. Ecco cosa hanno trovato presso l’Istituto Comprensivo di Argenta i circa 70 bambini di tre classi II della Scuola Primaria, cui era stato fornito un kit gratuito di scrittura. Nello spazio dedicato all’iniziativa gli scolari hanno letto alcuni dei loro scritti, coadiuvati dalle insegnanti e dal referente filatelico Antonio Susca.
Anche quest’anno, con la diciannovesima edizione del progetto “Posta di Babbo Natale”, Poste Italiane si fa messaggera di tutti i desideri espressi dai bambini che aspettano i doni sotto l’albero. È un momento molto atteso da tutti i bimbi e un’occasione per promuovere tra i giovanissimi il piacere e la cultura della scrittura a mano, anche nell’era dei messaggi via internet e dei social.
Sono centinaia di migliaia le lettere che in questo periodo dell’anno i bambini inviano al simpatico canuto vecchietto con indirizzi di fantasia, imbucandole anche nelle normali cassette di impostazione; a tutti coloro che avranno scritto il proprio indirizzo completo sulla busta della letterina, arriverà come oramai da tradizione una bellissima sorpresa dai “Postini di Babbo Natale”.
Nella lettera di risposta, infatti, i bambini troveranno dei giochi pensati per stimolare la loro creatività e fantasia: adesivi disegnati da Babbo Natale “in persona” con la sua speciale calligrafia.
Inoltre, la lettera include l’invito a scaricare l’app “L’Abbecedario di Natale” (disponibile su Google Play e Apple Store): un gioco per creare disegni animati da condividere via web e sui social con amici e parenti.
Attraverso questo progetto Poste intende promuovere il valore della scrittura come strumento espressivo per bambini e adulti, sia nella sua forma tradizionale, sia nelle sue evoluzioni digitali. Sono 250 in tutta Italia gli uffici postali coinvolti (l’elenco completo è sul sito www.lapostadibabbonatale.posteitaliane.it).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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