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Da: Ufficio Stampa

Alcol denaturato introvabile o venduto sul web a prezzi “scandalosi” che arrivano anche a 25 euro al litro. Le necessità di disinfezione straordinaria provocata dall’emergenza sanitaria ha generato una bolla speculativa sui prodotti igienizzanti in generale, ma per l’alcol questo è particolarmente grave se si pensa alla materia prima con la quale viene generalmente prodotto: scarti agricoli. Cia – Agricoltori Italiani Ferrara denuncia una situazione di mercato preoccupante, considerando che ai produttori agricoli gli scarti non vengono pagati o gli viene riconosciuta una cifra irrisoria, come spiega Massimo Piva, vicepresidente dell’associazione.

“In questi giorni stiamo assistendo a situazioni di mercato fortemente speculative. Partiamo dai prezzi di frutta e verdura al dettaglio – spiega Piva – che hanno subito un rincaro, più o meno evidente a seconda dei punti vendita, non giustificato dalla situazione sanitaria. I prezzi superiori fino a dieci volte quelli pagati alla produzione pesano sulle tasche dei consumatori, già provati dalla crisi economica, e rappresentano l’ennesima stortura di un mercato che non distribuisce il valore lungo le filiere in maniera equa, penalizzando continuamente le aziende agricole. Poi c’è il prezzo dell’alcol e dei disinfettanti a base alcolica. E si può pensare: cosa c’entra con la produzione agricola? C’entra perché la materia prima dell’alcol denaturato è generalmente uno scarto agricolo: uve, frutta, cereali, patate che vengono dati dagli agricoltori alle aziende di trasformazione sostanzialmente gratis o a prezzi irrisori. Solo che fino a qualche mese fa l’alcol era venduto a un euro e mezzo o due euro al litro, mentre ora non si trova – pare anche per la mancanza di denaturanti essenziali per renderlo inadatto al consumo umano – oppure è diventato quasi un oggetto di “contrabbando”, venduto su internet a prezzi altissimi. Per noi è inaccettabile che un prodotto realizzato con scarti che non valgono nulla e che subisce un procedimento di distillazione tutto sommato semplice, arrivi a costare come una bottiglia di Barolo, del miele di altissima qualità, un riso IGP o un Olio Extra Vergine di Oliva. Secondo la nostra associazione vedere l’alcol venduto a questi prezzi speculativi è un insulto per tutti coloro che si impegnano ogni giorno a produrre cibo d’eccellenza. Anche l’idea proposta da qualche associazione di utilizzare il vino invenduto per il processo di distillazione dei prodotti alcolici ad uso igienizzante non ci convince, ma se si decidesse di percorrere questa strada, perché comunque anche gli scarti agricoli da impiegare adesso scarseggiano, chiediamo che venga riconosciuto agli agricoltori un prezzo equo, perché il vino non è uno scarto e certamente non va trattato come tale.

Ci aspettiamo – conclude il vicepresidente di Cia Ferrara – che indaghi l’Autorità della concorrenza e del mercato per calmierare i prezzi dei disinfettanti, così come si sta facendo per le mascherine. La necessità di utilizzarli in maniera massiccia potrebbe durare ancora diversi mesi e forse anche dopo rimarrà un’abitudine più radicata, e non è possibile che valgano di più di un prodotto agricolo che è il frutto di competenze, investimenti e lavoro”.

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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