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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Sono stati più di 110, tra cui giovani e i giovanissimi che in famiglia hanno vissuto la Salina tramite i nonni o i genitori, coloro che hanno preso parte ieri al primo degli incontri organizzati nell’ambito del corso di formazione, promosso dall’Amministrazione Comunale, “Il Salinaro di Comacchio. Secolare custode del sale dei Longobardi”. Una partecipazione così vasta da far già prevedere al Comune una seconda tranche di incontri in giorni infrasettimanali per accogliere le esigenze di tutti gli aspiranti salinari.
Il corso, il cui fine è quello di formare volontari che collaboreranno con il Comune, presumibilmente costituendosi in associazione, per la riattivazione della Salina di Comacchio, comincerà il 19 marzo con la prima delle 5 lezioni di carattere prevalentemente teorico. I temi degli incontri, che proseguiranno fino al 23 aprile, riguarderanno le caratteristiche ambientali e naturalistiche dell’ecosistema della salina, le tecniche e gli strumenti di produzione del sale, ma anche la valorizzazione turistica dell’area e la diffusione di una tradizione tutta comacchiese rimasta, purtroppo, ancora poco conosciuta. Le tematiche affrontate saranno via via sempre più approfondite e permetteranno di arrivare preparati agli ultimi due incontri, che si svolgeranno questa volta direttamente in Salina e che coinvolgeranno i partecipanti in esercitazioni pratiche come il ripristino degli argini, la misurazione della salinità e la simulazione della raccolta. Il corso, inoltre, si svolgerà grazie alla collaborazione dell’associazione dei Salinari di Cervia, il cui impegno ha permesso la riapertura della Salina del Comune ravennate e la rimessa in funzione già dal 2003, ma anche grazie ai comacchiesi depositari dei saperi della produzione del sale in laguna, come Francesco Farinelli, soprannominato “l’ultimo uomo della Salina” e in cerca di “eredi” a cui trasmettere questa antica tradizione.
“Oggi per Comacchio parte l’ennesima sfida – ha commentato il Sindaco Marco Fabbri di fronte alla gremita platea riunitasi in Sala Polivalente S. Pietro – La Salina è ferma ormai dagli anni ’80 ed oggi come oggi sarebbe impensabile ripristinare una produzione di sale su larga scala, soprattutto perché il sito è divenuto ormai la casa di oltre 15mila fenicotteri. Quello che vogliamo è riprendere un percorso di tradizioni che stiamo rischiando di perdere, per tramandarlo ai comacchiesi innanzitutto, ma anche per farlo conoscere a turisti e visitatori”.
“La Salina di Comacchio è un mondo straordinario – ha spiegato il Dirigente al Turismo Roberto Cantagalli – è uno scrigno di bellezza naturale, ma anche di una cultura antichissima che fa parte dell’identità di questa Città. La riapertura di questo sito non è qualcosa che l’Amministrazione Comunale, pur con tutti gli sforzi che sta mettendo in atto, può fare da sola”. Il Comune sta, infatti, valutando la riqualificazione degli edifici già esistenti in Salina per trasformarli in strutture per l’accoglienza turistica e ha già avviato in collaborazione con il Cadf gli interventi di ripristino della sicurezza idraulica.
“Serve il contributo di tutta la comunità – ha ribadito, infine, il Sindaco Fabbri – la produzione de sale dei Longobardi in fondo è solo l’inizio, perché l’idea è quella di ripristinare tutte quelle tradizioni che Comacchio sta rischiando di perdere e che invece dobbiamo tenere in vita”.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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