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di Alice Magnani

Parlano di moda, cinema, design, enogastronomia e sono le più frizzanti del momento. Stiamo parlando delle blogger, ragazze che trovano nel web un modo per condividere le loro passioni o per trovarne sempre di nuove. Ne abbiamo intervistate tre per capire come funziona il loro mondo, la ‘dimensione blog’, da molti conosciuta ed esaltata e da qualcuno criticata. Ma partiamo dai fondamentali. Che cos’è un blog? La parola blog è costruita sui termini web-log che indicano un vero e proprio ‘diario in rete’, un particolare tipo di sito web in cui i contenuti sono visualizzati in forma cronologica. Un blog può essere gestito da uno o più blogger che pubblicano, più o meno periodicamente, contenuti multimediali, in forma testuale o in forma di post, molto simile all’articolo giornalistico.

“Con il mio blog riesco a far vivere tutte le mie passioni, mi ha fatto capire che tutto è raggiungibile” così Maria Andreucci ci racconta il suo blog, la sua avventura, “Italian cooking adventure”, iniziata quasi per caso nel 2010. Il pranzo domenicale in famiglia preparato con cura, la produzione del pane che inizia nel cuore della notte, l’asta del pesce, o ancora i curiosi personaggi dell’ex mercato coperto di Cesena, la sua città: queste le storie che la affascinavano e che decide di condividere nel web. Dunque, non solo cibo nel suo blog, ma vere e proprie storie legate ai personaggi che ci ruotano attorno, alla convivialità, e al territorio. “Racconto l’Italia tramite la lente del cibo” dice Maria, spiegando che la creazione del suo blog non è stata altro che una scusa per approfondire ciò che più le piace. Ad ispirarla i blog americani, che le hanno fatto capire il ruolo fondamentale della fotografia per raccontare un Paese, le sue storie e le sue curiosità. Poi Maria parte per Londra, un’esperienza unica per studiare l’altra sua grande passione: il cinema. Ed è proprio a Londra che capisce quanto gli stranieri per primi amino l’Italia e la sua gastronomia, e le possibilità che il suo blog può offrirle: inizia a tradurlo in inglese e il numero dei visitatori cresce; oggi è seguita da Regno Unito, Usa, Danimarca, Svezia, Norvegia e Giappone. “All’estero non esiste il concetto di famiglia riunita a tavola come c’è da noi, è per questo che quando parli di Italia ti si aprono tutte le porte. Non a caso, i maggiori imperi economici che parlano di cucina italiana si trovano all’estero” spiega Maria, che ci tiene a sottolineare come “il mio blog non è un ricettario, ma un panorama di avventure gastronomiche: ristoranti, cultura gastronomica popolare e tutto quello che c’è dietro il cibo”. “Un altro elemento da cui i lettori stranieri sono affascinati è il rapporto diretto con il produttore, che loro spesso non hanno- ci dice Maria- ma questo non significa che in Italia il mio blog non sia letto, perché anche gli italiani hanno iniziato a capire il valore che abbiamo a disposizione e a manifestare un po’ di sano orgoglio”. Al momento Italian cooking adventure riceve circa 200 visite al giorno facendosi conoscere in tutto il mondo, anche grazie alla diffusione nei social network come Facebook ed Instagram.
Ma qual è il ricavo economico dietro al blog?
“Per poter guadagnare tramite il blog sono entrata nei backstage dei ristoranti, ho studiato la preparazione dei menù, seguito il processo di preparazione dei prodotti delle singole aziende, fatto tour alla scoperta delle eccellenze del territorio. Ma il blog è stato, soprattutto, anche un punto di partenza per farmi conoscere e ha fatto si che io possa portare avanti collaborazioni di tipo continuative”.

Un caso da imitare quello di Maria, che tramite lo studio autonomo di saggi e riviste sull’enogastronomia e tanta voglia di imparare, è arrivata a collaborare con i migliori cuochi e a partecipare agli eventi icona del settore come la fiera ‘Cibus International Food Exhibition’ di Parma, ‘Identità golose’ a Milano o ancora il ‘Festival del cinema’ di Venezia per far conoscere l’Italia tramite “la lente del cibo”.

 

Un’altra storia quella di Valentina Veneziano che, con i suoi blog “Cabinarmadio” e “Valinapostit” , riesce a far convivere le sue più grandi passioni: moda, arredamento, decorazioni fai-da-te e ancora il cinema. Quando le chiediamo che cosa significa per lei il suo blog ci risponde “è come un magnifico quadro in una stanza semivuota, è ciò che mi dona il sorriso ogni giorno!”. Un entusiasmo tipico, il suo, delle persone che vivono coltivando i loro interessi e che non si annoiano mai. Valentina apre il suo blog “Cabinarmadio” nel 2012, dopo aver vinto il concorso come style blogger organizzato dalla rivista “Style.it”. Suggerimenti sui film da vedere nel tempo libero, proposte di outfit ispirati alle stagioni o alle tendenze, idee per regali, home-decor, profili Istagram da seguire: è questo ciò che Valentina ama condividere con le sue lettrici. “In Cabinarmadio mescolo quello che piace a me per prima e quello che credo possa piacere alle lettrici, i miei post non sono strettamente legati a ciò che va di moda – ci spiega Valentina, che sul blog si firma come ‘Valentinautoironica’ -, visto che cerco di non prendermi mai troppo sul serio”. Valinapostit, l’altro blog di Valentina, è invece più personale, con una grafica e colori scelti da lei. “Aprilo è stata una scelta personale, per poter scrivere tutto quello che voglio, è il mio grande esperimento personale” ci spiega. Un esperimento che osiamo definire vasto, vista la suddivisione in cinque tematiche, in cui Valentina condivide con i lettori pareri di moda, racconti dalla sua vita privata, testimonianze di viaggi, suggerimenti per la casa e di profili Instagram di tendenza. A leggerlo sembra di essere trascinati dentro al suo diario personale, come quello che alle adolescenti piace tanto scrivere, riempire di pensieri o scarabocchiare. Una grande passione per il british e per tutto ciò che è creativo caratterizza Valentina, che è sempre stata attirata dai blog stranieri di cucina, arredamento, mondo della moda, e da cui ha capito che le foto hanno un ruolo fondamentale per attirare e far partecipare il lettore. Il rapporto con i lettori è fondamentale infatti per crescere, per ispirarsi o ancora per essere criticati perché, soprattutto in fatto di moda, “è normale che non la pensiamo tutti allo stesso modo” spiega Valentina. E aggiunge ”E’ molto gratificante vedere come alcune persone ti seguano assiduamente e lo dimostrino tramite i commenti. Cerco sempre di rispondere a tutti, anche solo per avere un riscontro”. Un vero e proprio lavoro quello di una blogger, perché, oltre a rispondere ai commenti, bisogna sapere mantenere una certa frequenza nello scrivere i post. “Scrivere almeno una volta a settimana è d’obbligo, ma se ti piace quello che fai, viene naturale” ci dice Valentina. Per scrivere in un blog poi, come in tutti i mestieri, il tempo è maestro. È con il passare del tempo, infatti, che si impara il confronto con gli altri blogger, si prende ispirazione e si capisce cosa attrae di più i lettori, oltre a gestire argomenti fra loro diversi.

Ma quanto è alto il ricavo economico dietro il blog?
Valentina ci spiega come il suo blog non le dia un vero e proprio ricavo economico, quanto sia piuttosto un trampolino per farsi conoscere, per far vedere come scrive e per attivare collaborazioni con altre testate. “Gli unici ricavi economici che ottengo tramite il blog dipendono dai programmi di affiliazione con le case produttrici: se aumentano gli acquisti di un prodotto che pubblico sul mio blog, allora ottengo una minima percentuale della vendita. Ma per poter guadagnare in questo modo, gli acquisti dovrebbero arrivare a cifre enormi e, del resto, io non ho mai accettato di fare pubblicità in cambio di prodotti gratuiti” ci spiega Valentina.

Finora il blog è stato all’altezza delle tue aspettative?
“Certamente sì, anzi è andato oltre! Mi ha aiutato a migliorare il mio livello di scrittura, facendomi così collaborare con diverse riviste. Poi ho imparato ad usare i programmi di grafica e che cosa vuol dire stare dietro al marketing/digital”. Sono traguardi fai-da-te quelli che ha raggiunto Valentina e che, ogni volta, la rendono orgogliosa del percorso che ha fatto. Prendiamo ispirazione!

 

Dopo aver parlato di cucina e moda, è ora il turno della ‘dimensione casa’, perché di blog ne esistono veramente per tutti i gusti. E ne parliamo scoprendo Maria Vicini, autrice del blog “The Violet Wool”, nato l’11 gennaio 2012. Maria è una giovane blogger che mette tutte le sue energie nella ricerca delle nuove tendenze di interior design e home decor, per poi condividerle sul web. È con una dedica alla nipotina Viola, costante fonte di ispirazione, che nasce il suo blog “The Violet Wool”. “Stavo per trasferirmi a Parigi per studi quando ho saputo del lieto arrivo e, da quel giorno, non ho più smesso di pensare a Viola: è grazie a lei se ho aperto il mio blog e se lo arricchisco ogni giorno coltivando tutte le mie più grandi passioni” ci racconta Maria. Non solo interesse ma anche preparazione dietro il suo blog: Maria ha infatti studiato per due mesi a Londra alla Central Saint Martins College of Arts and Design, imparando i fondamentali di Design Project e Interior Styling. Studi che le hanno fatto capire come il mondo dell’interior fosse la sua più grande passione, che ancora oggi coltiva. Nel suo blog, che riceve dalle 600 alle 1000 visite al giorno, si ritrova tutto ciò che è inerente alla casa: tutorial, decorazioni, esempi di apparecchiature, arredamento. “Il blog richiede grande attenzione, mi impongo di scriverci più volte alla settimana e sono sempre alla ricerca di miglioramenti per la grafica e per la fotografia, che occupa gran parte dello spazio web. Senza dimenticarmi l’interazione con i lettori e l’attività sui social network come Facebook, Instagram e Pinterest, che donano visibilità e diffusione” ci racconta . Quindi un grande impegno dietro e un blog che cambia agli occhi dei lettori, soprattutto da quando Maria è stata scelta come lifestyle blogger dalla rivista “Grazia.it”.
E i guadagni?
Maria ci racconta come i suoi guadagni siano tutti derivanti da collaborazioni attivate tramite il blog, oltre che da collaborazioni esterne. “Il mio blog, oltre ad essere espressione delle mie passioni, si è rivelato un ottimo strumento per farmi conoscere” spiega.

[© www.lastefani.it]

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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