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Da: Ufficio Stampa Arci Ferrara

Lunedì 4 Novembre ore 21.00 – v.o. sott. ita; Mercoledì 6 Novembre ore 21.00 – v.o. sott. ita; Martedì 12 Novembre ore 21.00 – v.o. sott. ita; Giovedì 14 Novembre ore 21.00 – v.o. sott. ita; “The Irishman”, regia di Martin Scorsese (USA, 2019 – 209’’). Distribuzione Cinetica di Bologna.

Attesissimo ritorno di Scorsese nel suo mondo, quello della malavita italoamericana di un tempo, in una produzione Netflix (in streaming dal 27 novembre). Sullo schermo, il mondo di Quei bravi ragazzi e Casino, con i suoi attori prediletti richiamati in servizio, da De Niro a Harvey Keitel a Joe Pesci, più Al Pacino nel ruolo di Jimmy Hoffa, potente boss del sindacato dei trasporti.

Il film THE IRISHMAN verrà proiettato al Cinema Boldini di Ferrara, in versione originale con sottotitoli, lunedì 4 e mercoledì 6 novembre, e in altre due date la settimana successiva, martedì 12 e giovedì 14 novembre, sempre alle ore 21.00.

Sceneggiato da Steven Zaillian a partire dal romanzo L’irlandese – Ho ucciso Jimmy Hoffa di Charles Brandt, avvocato del mafioso Frank Sheeran, accusato della morte del sindacalista Hoffa (un testo considerato fondamentale, quando si parla di pubblicazioni sulla storia della mafia negli Stati Uniti), questo film epico e monumentale da 160 milioni di dollari segna il punto di arrivo di uno straordinario percorso umano e artistico cominciato da Scorsese alla metà degli anni Sessanta, quando si cominciava a parlare di rinnovamento del cinema americano. The Irishman è dunque la summa del cinema del regista, ma il punto di vista con il quale racconta una storia che comincia nel 1949 e finisce nel 2000 è radicalmente diverso da quello al quale ci ha abituato.

L’irlandese del titolo è Frank Sheeran (De Niro), veterano della Seconda Guerra Mondiale, imbroglione e sicario che ha lavorato al fianco di alcune delle figure più importanti del Ventesimo secolo. Attraversando diversi decenni, il film racconta uno dei più grandi misteri della storia statunitense, l’omicidio del leggendario e controverso sindacalista Jimmy Hoffa (Al Pacino), e ci accompagna in un affascinate viaggio attraverso la criminalità organizzata, i suoi spietati meccanismi interni, le rivalità, le sanguinarie lotte intestine, le infiltrazioni della malavita nei sindacati, ne governo e le grandi aziende, le connessioni con la politica internazionale, tra Kennedy, Castro e Nixon.

A raccontare tutto questo, però, è un uomo di oltre ottant’anni che, ormai solo e paralizzato, apre continue finestre sul passato, in una complessa struttura di mise en abyme che rappresenta uno degli elementi più interessanti e affascinanti del film.

Tutto è cominciato quando De Niro nel 2007 leggendo il romanzo, si è convinto che quella fosse la storia giusta per tornare a lavorare insieme al suo amico Marty. È stata sua anche l’idea di affidare il ruolo di Hoffa a un altro dei suoi grandi amici, con il quale ha lavorato poco in passato. A stupire e far discutere il pubblico c’è il ringiovanimento digitale degli attori De Niro, Pacino e Pesci ottenuto attraverso una tecnologia sperimentale della Industrial Light and Magic, a cui Scorsese è ricorso non avendo alcuna intenzione di affidare i ruoli giovanili ad attori diversi perché «questo film lo abbiamo fatto per noi, per tornare a lavorare insieme [..]». Facendo però lievitare il costo del film ad una cifra che solo Netflix ha voluto pagare. «Le condizioni erano chiare: a me il finanziamento e una totale libertà creativa, a loro il diritto di mostrare il film in contemporanea con la programmazione in sala. Credo che per vedere i film bisogna prima farli e uno così Hollywood non me lo avrebbe permesso. Se penso che Re per una notte è rimasto in sala due settimane e poi è sparito, mi sembra un compromesso accettabile».

The Irishman è un’epopea gangster malinconica ed elegiaca, intima e ampia, che stratifica progressivamente tutto quanto sappiamo sul cinema di Martin Scorsese, del quale è un compendio (e si spera non un testamento).

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara
www.cinemaboldini.it – www.arciferrara.org

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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