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In questo mio ennesimo scherzo, ogni riferimento alla cosiddetta “buona scuola”, finanziata sempre più dagli sponsor e dalle famiglie e sempre meno dalla fiscalità generale, è certamente voluto. Confido che l’ironia possa essere uno strumento utile per riflettere sul condizionamento che può subire la scuola della Costituzione in seguito agli interventi delle multinazionali, dei supermercati e delle imprese nei bilanci degli Istituti.
Comunque la pensiate…buona lettura.

Cari stakeholders (o, come si diceva nella ‘vecchia scuola’: cari genitori),
in questi giorni in cui siete impegnati nella ricerca della scuola in cui iscrivere i vostri figli, permettetemi di informarvi che noi, dell’Istituto Compulsivo “Primo De Laclasse” siamo molto attenti ai bisogni dei nostri futuri clienti-bambini.
Per questo abbiamo scelto di affidarci a importanti psico-pubblicitari per spiegarvi la nostra idea di scuola.
Pensiamo infatti che i nostri piccoli clienti debbano diventare presto grandi consumatori; perciò gli esperti ci consigliano di abituarli alle parole di moda.
Nel nostro Istituto Compulsivo i bambini imparano fin da subito a usare un lessico appropriato: giocano a “Paradiso Fiscale” anziché all’obsoleto “Nascondino”, a “Lupo vegano” invece di “Lupo mangiafrutta” e a “Rimpasto di governo” al posto di “Acchiapparella”.
Serve anche una maggiore familiarità con il linguaggio del mercato e degli sponsor perché avranno bisogno di capire che non può esistere istruzione senza sponsorizzazione e che, nella vita, la cosa più importante è diventare il brand di se stessi.
Quindi noi, in coerenza con la nostra mission, abbiamo una specifica vision: nel nostro Pof (Piano delle Offerte Formidabili) abbiamo abbinato a ogni disciplina uno slogan pubblicitario dedicato; questo per aiutare il nostro cliente-bambino a “comprare” e a “farsi comprare” fin da piccolo.
All’inizio, a metà e al termine di ogni ora di lezione, i nostri amplificatori interni diffonderanno nelle aule lo specifico spot pubblicitario per quella materia.
Solo qualche piccolo esempio per farvi capire. Il nostro consiglio di amministrazione
per matematica ha adottato lo slogan “Cinque minuti, solo cinque vedrai e delle sottrazioni t’innamorerai” [1]
per geometria: “Segmentino, il diametro biondo che fa impazzire il tondo” [2]
per italiano: “Le parole sono tante, milioni di milioni; la parola ‘RassegnAzioni’ vuol dire qualità” [3]
per storia: “Magenta, per chi non si accontenta” [4]
per filosofia: “La morale è sempre quella, fai metafisica con Mirella” [5]
per geografia: “Galizia, profumo d’intesa” [6]
per scienze: “Cosa vuoi di più dalla vita? Un tucano”. [7]
per fisica: “Caffè Archimede: più lo mandi giù, più ti tira su” [8]
per botanica: “Cipresso! What else?” [9]
per arte e immagine: “Monovolume Picasso, metti la famiglia sul primo cubo” [10]
per inglese: “Anglosasson, du’ lingue is meglio che uan” [11]
per sport e movimento: “Siesta, ti tenta tre volte tanto” [12]
per musica: “Canta Al Bano, trova la matura” [13]
per tecnologia: “Dove c’è scintilla, c’è Nasa” [14]
per religione: “La carica di Mosè, più l’energia del prelato” [15]

Confidiamo quindi che voi compriate ai vostri figli la nostra scuola, pardon, li iscriviate al nostro Istituto Compulsivo.
Fino al 22 febbraio, in regalo una confezione di Evanescenza, il profumo di cui non puoi far senza.

Il Dirigente Scolastico: dott: Felice Di Suo

[1] Cinque minuti, solo cinque e vedrai, delle Panatine ti innamorerai.
[2] Crodino, l’analcoolico biondo che fa impazzire il mondo.
[3] Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di Negroni vuol dire qualità.
[4] Rowenta, per chi non si accontenta.
[5] La morale è sempre , fai merenda con Nutella.
[6] Malizia, profumo d’intesa.
[7] Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano.
[8] Caffè Lavazza, più lo mandi giù più ti tira su.
[9] Nespresso. What else?
[10] Citroen Picasso, metti la famiglia al primo posto.
[11] Maxibon, du’ gust is meglio che uan.
[12] Fiesta, ti tenta tre volte tanto.
[13] Mulino Bianco. Mangia sano trova la natura.
[14] Dove c’è Barilla, c’è casa.
[15] Pocket Coffee. La carica del caffè più l’energia del cioccolato.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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