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da: ufficio stampa Comune di Ferrara

Nell’ambito degli INCONTRI CON L’AUTORE organizzati dalla FESTA DEL LIBRO EBRAICO, si terranno al Museo Civico di Storia Naturale di via De Pisis, 24 due appuntamenti molto interessanti. Con Nelli-Elena Vanzan Marchini e il suo sensibile lavoro sulla straordinaria figura del medico Giuseppe Jona, presidente della Comunità Ebraica di Venezia nei cruenti anni 1940-43. E con Valentina Sereni, Delfina Piu e Massimo Pieri che ci porteranno a riflettere sui pressanti temi della tutela degli animali e della salvaguardia dell’ambiente, appassionatamente trattati nel loro libro.

lunedì 27 aprile, ore 17.00

Nelli-Elena Vanzan Marchini
“Giuseppe Jona nella scienza e nella storia del Novecento”
2014, CISO Veneto ed Edizioni Canova, Treviso.

Ne parlano assieme all’autore ( Presidente Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospedaliera del Veneto, Venezia) Riccardo Calimani (Presidente Fondazione MEIS, Ferrara), Emanuela Cariani (Museo Civico di Storia Naturale, Ferrara)

La ricerca della verità sulla dolorosa scelta di Giuseppe Jona (1866-1943), medico ebreo e presidente della Comunità Israelitica di Venezia, morto suicida il 16 settembre 1943, si snoda come un’indagine appassionata per ricostruire il profilo psicologico del professore e comprendere la situazione storica che lo indusse a scegliere la morte come un fermo atto di negazione della barbarie nazista che gli avrebbe imposto di riconoscere e segnalare gli ebrei veneziani avviandoli alla deportazione. Per cogliere l’eredità scientifica e culturale di Giuseppe Jona il libro propone anche due suoi saggi: “Venezia medica del Settecento” e “La nostra sala anatomica” che tra i tanti lavori scientifici del Professor Jona, testimoniano del profondo legame con la storia della sanità veneziana.

Scheda Autore

Nelli-Elena Vanzan Marchini
Specializzata in archivistica e paleografia, presidente del CISO Veneto, docente all’Università di Torino e di Padova, ha fondato e dirige la collana di fonti per la storia della sanità. Ha curato l’edizione in cinque tomi de “Le leggi di sanità della Repubblica di Venezia ” (Vicenza 1995- Treviso 2012). Ha all’attivo numerose pubblicazioni.

martedì 28 aprile, ore 17.00

Valentina Sereni, Delfina Piu, Massimo Pieri
“Il maiale è il nostro maestro. Animali ed ebrei un rapporto lacerato”
2015, Mimesis, Milano

Ne parla assieme agli autori (rispettivamente: Presidente Gerush92 Committee for Human Right; Insegnante – esperta di disabilità, Presidente di COBASE – Associazione Tecnico Scientifica di Base, Roma), Emanuela Cariani (Museo Civico di Storia Naturale, Ferrara)

La dicotomia fra uomo e natura non esiste nell’ebraismo: esso celebra il creato con la diversità delle sue creature, fra le quali l’uomo. L’ebraismo persegue l’equità ambientale e sociale, comanda il riposo della terra, degli animali e degli uomini, ordina la condivisione delle risorse e la periodica ridistribuzione della terra, vieta di far soffrire gli animali e di affliggerli nel lavoro, di mescolare le specie, di distruggere la diversità biologica; dispone regole alimentari con cui salvaguarda le specie, insegna a nutrirsi dei frutti della terra, ordina la distribuzione delle risorse secondo le necessità di ciascuna creatura, vieta la proprietà privata della terra, impone un limite allo sfruttamento dell’ambiente, ordina di combattere la povertà e di esercitare la scarsità da contrapporre allo sfruttamento intensivo. Molti contravvengono alle disposizioni con la convinzione, errata, che l’uomo sia il dominatore del mondo e il beneficiario unico del suo illimitato sfruttam ento. Le conseguenze di questa visione antropocentrica sono disastri ambientali, sociali, economici e crisi. Va ristabilito equilibrio e sobrietà del racconto della creazione e l’equità nella rete delle relazioni.

Schede Autori

Valentina Sereni, architetto, attiva nel restauro edilizio, vive e lavora a Roma. Esperta di diritti degli animali, diritti umani, risoluzione dei conflitti, razzismo, è presidente di Gherush92 Committee for Human Rights. Ha partecipato alla Conferenza Mondiale contro il Razzismo di Durban nel 2001 e alle successive. è autrice di vari articoli e pubblicazioni fra cui Red triumph over the expert.

Delfina Piu, insegnante di sostegno, esperta di disabilità, è studiosa di lingua e tradizioni ebraiche presso il Collegio Rabbinico Italiano. è membro attivo di Gherush92 Committee for Human Rights e partecipa ai lavori e alle pubblicazioni del Comitato.

Massimo Pieri, presidente di COBASE – Associazione Tecnico Scientifica di Base, Roma

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COMUNE DI FERRARA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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