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Da: Ufficio Stampa Camera di Commercio Ferrara

Laboratori, orientamento e strumenti per favorire la condotta responsabile delle imprese. L’evento finale del progetto “Responsabilità Sociale in Rete” finanziato dalla Regione Emilia Romagna con le testimonianze degli imprenditori, le storie delle imprese “coesive” ed il contributo di Ermete Realacci Presidente della Fondazione Symbola.

Prosegue l’impegno di Regione Emilia Romagna e Camere di commercio di Ravenna e Ferrara per lo Sviluppo sostenibile con un progetto comune – nato dalla collaborazione con i Comuni di Ravenna e Ferrara e con le associazioni imprenditoriali delle due province – per consolidare e sviluppare la consapevolezza fra le imprese sui temi e sulle azioni della responsabilità sociale e dell’Agenda 2030, nata come strategia di riferimento per realizzare un necessario modello di sviluppo sostenibile.
I risultati conseguito con questo progetto, giunto alla terza annualità, verranno presentati con un particolare evento che vuole testimoniare l’impegno delle imprese più dinamiche sul fronte della sostenibilità che si sono mobilitate per realizzare un futuro di crescita, sviluppo e inclusione.
L’appuntamento è Giovedì 16 gennaio dalle ore 9,30, presso la Sala dei Comuni del Castello estense di Ferrara con il convegno “Per una nuova conciliazione tra economia circolare, benessere delle persone e tutela dell’ambiente”
Dopo i saluti del Presidente della Camera di Commercio di Ravenna Natalino Gigante e del Presidente della Camera di commercio di Ferrara Paolo Govoni, introdurrà i lavori Cristiano Bendin Capo Redattore de “Il Resto del Carlino – Ferrara”. Seguiranno gli interventi di Ermete Realacci Presidente della Fondazione Symbola, Roberto Ricci Mingani, Servizio Qualificazione per le imprese Regione Emilia Romagna, e le testimonianze degli imprenditori ferraresi e ravennati protagonisti nei progetti di turismo inclusivo, accessibile e mobilità sostenibile, chiuderà i lavori Donato Speroni del Segretariato dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).
“Dobbiamo far conoscere i tanti esempi di imprese che sono radicate nella comunità e nel territorio e contribuiscono fattivamente allo sviluppo sostenibile e ancora di più trovare gli strumenti perchè le aziende più all’avanguardia, nel contribuire all’Agenda 2030, accompagnino quelle che sono ancora all’inizio del percorso. – sottolinea Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – Dobbiamo lavorare nelle filiere di cui fanno parte migliaia di aziende, spesso di piccole dimensioni, perché da lì può arrivare un contributo straordinario per spingere i temi che sono in cima all’agenda della sostenibilità. E dobbiamo impegnarci – conclude Govoni – perché la sostenibilità diventi il linguaggio comune con cui l’impresa parla ai propri clienti, ai fornitori, ai dipendenti, a tutti i suoi stakeholder “.
Il legame con la comunità e con il territorio trova rappresentanza in tutte quelle realtà che fanno della relazionalità uno dei driver del proprio “fare impresa”: aziende che per questo possono definirsi “coesive”, perché proprio dalle relazioni che tessono con gli altri soggetti, contribuiscono a costruire e ad alimentare congiuntamente coesione sociale e competitività.
“Quello della Sostenibilità è il modello di territorio e di impresa più autentico, quello che trova risorse insospettabili nei momenti più difficili, quello che sa conciliare tradizione e innovazione, valorizzando con successo le proprie diversità sotto un unico slogan: “essere uniti nell’andare insieme” – sintetizza Giorgio Guberti Presidente della Camera di commercio di Ravenna – E sono soprattutto le piccole imprese, quelle più intimamente legate al territorio, che esprimono un forte contenuto sociale, strettamente connesso alla qualità della vita. La loro attività non si limita a produrre beni e servizi economici, ma genera anche capitale sociale, fiducia, rapporti interpersonali, solidarietà”.
La partecipazione al convegno è gratuita previo registrazione sul sito www.fe.camcom.it.
Per ulteriori informazioni Servizio Qualità, Comunicazione e Progetti speciali Camera di Commercio Ferrara 0532 783802 urp@fe.camcom.it .

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CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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