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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Una sperimentazione finalizzata a qualificare e innovare l’offerta formative ed educativa per la filiera agroalimentare e della ristorazione fondata sulla valorizzazione della collaborazione tra le autonomie educative e formative e le eccellenze che questa regione esprime nel settore. E’ l’obiettivo del protocollo di intesa tra gli assessorati regionali alla Scuola e Formazione e all’Agricoltura, l’Ufficio scolastico regionale e l’associazione “Chef to Chef Emiliaromagnacuochi” che riunisce cuochi di fama internazionale, produttori di qualità e gourmet.
Il documento è stato siglato questa mattina dagli assessori regionali alla Scuola Patrizio Bianchi e all’Agricoltura Tiberio Rabboni e da Massimo Spigaroli dell’associazione “Chef to Chef Emiliaromagnacuochi” e dal vice direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari. Una collaborazione che si fonda sulla convinzione che le competenze acquisite in percorsi di integrazione tra momenti in aula e momenti in impresa sono la leva per innalzare le competenze di tutti, dagli studenti agli operatori, e per valorizzare le eccellenze che contraddistinguono la nostra regione e che troveranno nell’EXPO 2015 l’occasione per raccontarsi con il protagonismo degli studenti.
“Questo accordo rappresenta un legame forte tra le eccellenze di questa regione e le scuole – ha spiegato l’assessore regionale alla Scuola e alla Formazione Patrizio Bianchi – Il massimo della cucina dell’Emilia-Romagna si mette a disposizione per consentire agli studenti delle scuole di fare una parte di formazione direttamente nei locali più importanti del territorio. Questo significa dare più opportunità ai nostri ragazzi”.
“Crediamo sia importante dare valore ai prodotti e alle tradizioni del nostro territorio attraverso la sapienza degli chef stellati – ha continuato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – Questa intesa formale tra la scuola dell’Emilia-Romagna e Chef to Chef è un bel passo in avanti, anche in vista della collaborazione che si realizzerà per l’Expo 2015, dove saremo presenti con i ragazzi degli istituti alberghieri”.
“Tra i tanti ragazzi che intraprendono questa attività dobbiamo trovare i nostri ambasciatori del futuro – ha detto Massimo Spigaroli, chef del ristorante Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (Pr) – ambasciatori del nostro sistema di cucina, ma anche del sistema prodotto del nostro territorio”. “La scuola per noi è il punto di riferimento fondamentale – ha aggiunto Alessio Malaguti, chef della Trattoria La Rosa di Sant’Agostino (Fe) – Siamo disponibili ad insegnare agli studenti come si lavora, ma chiediamo alla scuola di stimolare i ragazzi sempre di più”.
“Ancora una volta ci orientiamo verso i bisogni di qualificazione e di innovazione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche del territorio – ha detto il vice direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari – La collaborazione che oggi si va definendo è prova del fatto che un raccordo solido tra mondo dell’istruzione, formazione e mondo del lavoro costituisce un fattore strategico per i giovani che si affacciano al mercato del lavoro, anche in chiave di prevenzione della dispersione scolastica. E’ necessario favorire una maggiore ‘permeabilità’ tra sistema scolastico e sistema produttivo affinché venga colmato il divario esistente tra i due mondi. Solo attraverso queste modalità, e dando vita a queste sinergie, la scuola potrà essere davvero in grado rispondere alle esigenze socio-economiche del territorio e di una realtà globale in continuo mutamento”.
Alla firma dell’accordo questa mattina erano presenti anche Paolo Teverini, chef dell’omonimo ristorante a Bagno di Romagna (FC) e Marco Merighi, chef del ristorante Don Giovanni di Ferrara.

L’Accordo prevede il coinvolgimento di tutti i segmenti dell’offerta formativa, dall’istruzione all’istruzione e formazione professionale, dai percorsi post-diploma alla formazione continua delle diverse figure professionali che operano nelle organizzazioni di produzione e di servizi della filiera agricola, agroalimentare e della ristorazione per innalzare le competenze necessarie a valorizzare e promuovere le eccellenze e le tipicità.
Il protocollo costituisce inoltre l’occasione per rafforzare e sottolineare l’impegno della Regione a promuovere l’educazione al consumo consapevole, attraverso la comprensione delle relazioni esistenti tra sistemi produttivi, consumi alimentari e salvaguardia dell’ambiente nonché a promuovere la conoscenza di prodotti alimentari ed agroalimentari di qualità.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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