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Da ufficio stampa

21 febbraio 2017 – È stato firmato oggi un Protocollo d’Intesa tra FAI – Fondo Ambiente Italiano, Comune di Comacchio (FE) e Parco del Delta del Po della Regione Emilia-Romagna per la redazione di un piano generale strategico del centro storico e delle Valli di Comacchio.
Il rapporto di collaborazione – dalla durata triennale – è finalizzato alla messa a punto di un progetto di sviluppo che sappia coniugare le necessità di tutela dello straordinario patrimonio ambientale e paesaggistico con le esigenze di un turismo sostenibile e responsabile, presupposto essenziale per la crescita culturale, sociale ed economica del territorio.

Una novità assoluta per il FAI, per la prima volta coinvolto nella valorizzazione di un centro storico senza la contestuale acquisizione di un bene. Impegno della Fondazione sarà la redazione di un documento di indirizzo che definisca le linee guida entro le quali operare e che, con particolare attenzione alle specificità e alla connotazione identitaria e culturale dei luoghi, individui modalità innovative di fruizione. Con una triplice finalità: per creare nuove filiere economiche che sostituiscano gli antichi mestieri legati alla pesca senza snaturare il sistema di valori della comunità; per garantire la manutenzione del territorio grazie allo sviluppo delle infrastrutture ricettive; per introdurre strategie in grado di contrastare il diffuso fenomeno del turismo “mordi e fuggi”.

Il “capitale naturale” che il territorio esprime può presentarsi come fattore strategico di sviluppo, grazie a una valorizzazione turistica e culturale all’interno di un progetto integrato che si estrinsecherà in una sempre maggiore interconnessione del paesaggio con percorsi naturalistici e culturali, e nel recupero degli edifici di proprietà comunale, in particolare quelli storicamente impiegati per le attività della vallicoltura (speciale forma di piscicoltura estensiva, praticata da secoli lungo il litorale adriatico in bacini di acqua salmastra chiusi mediante arginatura o altre opere).
Per l’elaborazione del piano, la Fondazione si avvarrà della collaborazione dello studio di fama internazionale di progettazione in architettura e urbanistica Stefano Boeri Architetti (SBA) di Milano.

Il Comune di Comacchio provvederà a fornire al FAI informazioni e documenti sul territorio, sulle tradizioni locali, sui flussi turistici, e a fare proprio il Piano Strategico, rispettando le priorità di intervento individuate. Il Parco del Delta del Po fornirà inoltre il proprio supporto tecnico scientifico per la definizione del progetto, nell’ottica di garantire un ponderato equilibrio tra necessità di conservazione ambientale e sviluppo turistico.

Le Valli di Comacchio sono uno dei maggiori complessi salmastri d’Italia situato tra le province di Ravenna e Ferrara. Risultato della millenaria correlazione dinamica fra ecosistemi antropici e naturali, le valli sono espressione di un “paesaggio culturale” di valore mondiale, riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nonché classificate come sito di interesse comunitario SIC e zona di protezione speciale all’interno del Parco del Delta del Po. Recentemente proclamato quale “Riserva della Biosfera” all’interno del Programma MAB (Man and Biosphere), il Delta del Po e le Valli di Comacchio costituiscono un mosaico di habitat ricchi di biodiversità, luogo ideale per l’accoglienza dell’avifauna, di cui si contano ben 37 specie di interesse comunitario. La stessa Comacchio ha ottenuto il riconoscimento della Lega Italiana Protezione Uccelli LIPU quale Città del Birdwatching.
Comacchio nasce, quindi, sull’acqua e si sviluppa sfruttando i canali navigabili che, nel passato come ancora oggi, collegano la città al mare e alle Valli e che si protendono sin dentro il centro storico, creando un panorama unico di ponti e canali, tipico delle località lagunari. La meraviglia architettonica del Trepponti è sicuramente il fiore all’occhiello del centro cittadino, simbolo del profondo legame tra la città e le sue acque ed elemento identitario del territorio insieme agli edifici storici, come Palazzo Bellini, l’Antica Pescheria e il Settecentesco Ospedale degli Infermi, che si affacciano e si riflettono nei navigli cittadini.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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