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Da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Un’interrogazione a firma del consigliere di Terre Estensi, Gino Soncini, e un’interpellanza presentata dalla consigliera Rita Canella a nome della stessa lista, sono state al centro della discussione in Consiglio provinciale.
Il primo quesito ha chiesto il motivo dell’assenza della presidente della Provincia, Barbara Paron, all’incontro in Prefettura lo scorso 23 ottobre al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.
“È stata la concomitanza di una visita medica – ha spiegato Barbara Paron – a impedirmi la presenza”. “L’assenza poi della Provincia al tavolo – ha continuato – è dovuta al fatto che non è stato possibile delegare altro rappresentante con così breve preavviso”.
Più in generale, la delega a rappresentare la Provincia agli incontri in Prefettura è stata confermata al consigliere Soncini, dopo che lo stesso aveva tempo fa dichiarato l’indisponibilità e in seguito riconfermato la propria disponibilità al ruolo, dopo un chiarimento con la presidente.

Oggetto dell’interpellanza, invece, è stata la richiesta di spiegazioni in merito alla decisione della presidente della Provincia di abbandonare le celebrazioni del 4 Novembre, in concomitanza dell’inizio del discorso del vicesindaco Nicola Lodi a nome del Comune di Ferrara.
“Mi sono congedata educatamente – ha replicato la presidente – spiegando i motivi al prefetto della mia decisione, che considero una naturale conseguenza al grave atto compiuto il 4 Novembre dell’anno scoro, quando l’allora segretario provinciale della Lega ha issato la bandiera di partito al pennone sul quale il giorno delle celebrazioni viene issata la bandiera italiana, senza che lo stesso abbia finora preso le distanze da quel comportamento”.
“Dunque, il mio è stato un gesto pacifico, libero e democratico – è stata la spiegazione di Barbara Paron – nell’auspicio che ciò che si è verificato l’anno scorso non abbia più a ripetersi”.
“Piuttosto – ha proseguito – mi chiedo perché non sorprenda che il sindaco di Ferrara abbia lasciato la Conferenza provinciale permanente convocata in Prefettura lo scorso 31 ottobre, sul tema gestione accoglienza migranti, quando la discussione non era ancora terminata”.
In merito poi all’intenzione dell’onorevole Alberto Balboni di presentare identica interrogazione parlamentare, la presidente si è dichiarata disposta a recarsi nella capitale per chiedere una modifica della legge Severino, in merito ai reati commessi che possano essere causa di ineleggibilità.
Pronta la replica della prima firmataria dell’interpellanza, Rita Canella: “È ingiusto ricordare l’assenza del sindaco di Ferrara che non può replicare in questa circostanza – ha detto – e in ogni caso una figura istituzionale come la presidente della Provincia deve sapere mettere da parte opinioni e sentimenti e far prevalere il senso delle istituzioni”.
Per Deanna Marescotti, della lista Ferrara Insieme, anche se non è sempre facile distinguere tra ruolo personale e istituzionale, l’atteggiamento di Nicola Lodi lo scorso anno rimane un comportamento disdicevole e sorvolare con leggerezza su valori e ruoli sarebbe atto altrettanto grave.
Dello stesso parere anche il collega di lista Davide Bertolasi: “Per rappresentare un ruolo istituzionale – ha detto – occorre autorevolezza, la quale dipende dalle scelte che si compiono”.
Secondo Alessandro Guaraldi (Noi per il Territorio), replicare al gesto non condivisibile compiuto l’anno scorso da Nicola Lodi con la reazione avuta dalla presidente della Provincia non è una giustificazione sufficiente e convincente. “Il 4 Novembre – ha detto – non si deve fare politica, da qualunque parte”.
Ha chiuso il dibattito Gino Soncini: “L’abbandono del tavolo prefettizio da parte del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, in realtà è avvenuto dopo un’ampia discussione – ha puntualizzato – e anche se talvolta il confine tra opinioni personali e ruolo può non sembrare chiare, non può tuttavia mai mancare il rispetto delle istituzioni da parte di tutti”.

Nel corso della seduta consiliare sono state approvate all’unanimità le delibere di schema di convenzione tra Regione, Città metropolitana di Bologna e Province emiliano-romagnole, per il supporto alla gestione del sistema regionale di rilevazione automatizzata del traffico stradale e quella per l’adesione dell’Agenzia regionale sicurezza territoriale e protezione civile alla convenzione tra Provincia, Comuni, Consorzio di bonifica, Ente Parco e Aipo per il controllo della nutria.
Con le astensioni dei consiglieri Michele Sartini, Rita Canella e Gino Soncini (Terre Estensi), è stata approvata, invece, la delibera relativa agli indirizzi per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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