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Ufficio Stampa Provincia di Ferrara.

Otto nidi di Fratino depredati, fra i lidi Estensi e Spina, da persone che evidentemente non capiscono l’importanza di tutelare una specie a rischio di estinzione, ma soprattutto senza essere consapevoli dei rischi penali che corrono.

Se, infatti, fossero individuati gli autori sarebbero denunciati con rischio di sanzioni molto pesanti, previste per legge.

Se da una parte si registra una sinergia positiva tra volontari e quelli guidati da Asoer (Associazione ornitologi dell’Emilia-Romagna) – in particolare Mario Orlandi e Luigi Toschi -, dall’altra occorre prendere nota di questi spiacevoli episodi di sottrazione delle uova dai nidi. Le sette fossette dove i Fratini volevano riprodursi erano state allestite nei lidi di Spina ed Estensi, anche con il placet dei bagnini che li avevano “adottati”, poiché preparati poco distanti dai loro stabilimenti balneari.

“Se qualcuno ha visto o sa qualcosa – è l’appello lanciato dal comandante della Polizia provinciale Claudio Castagnoli – lo segnali ai Carabinieri forestali, al Parco o alla Polizia provinciale, per cercare di individuare gli autori di questi spregevoli episodi”.

Difficile risalire al motivo di questi gesti, oppure ipotizzare che qualcuno voglia allevare dei Fratini in cattività, col rischio di pesanti sanzioni e senza contare il problema che senza l’imprinting della madre i piccoli non sarebbero comunque in grado di nutrirsi.

Grande l’amarezza dei volontari di Asoer, del Parco regionale del Delta del Po e del Comune di Comacchio, che nel frattempo ha provveduto, in alcune zone, a emettere ordinanze di divieto di accesso alle spiagge, meno frequentate, dove i Fratini stanno mettendo o hanno già messo su casa.

“C’è forte impegno di tutti, con la collaborazione della Polizia provinciale – conclude Castagnoli – per tentare di far riprodurre questa specie a forte rischio di estinzione, che purtroppo vede, in alcuni casi, vanificati gli sforzi per colpa di qualche delinquente che non si rende conto dell’enorme danno che crea per i tantissimi che amano questi volatili e vorrebbero vederli riprodurre in libertà”.

 

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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