Skip to main content

Da Ufficio stampa

Bologna – La risposta è arrivata da Roma nel pomeriggio di ieri, e configura un destino diverso per i 6 punti nascita dell’Emilia-Romagna dove si registrano meno di 500 parti l’anno. Il ministero della Salute concede la deroga, chiesta lo scorso luglio dalla Regione per evitare la sospensione dell’attività di assistenza al parto, solo per gli ospedali di Scandiano (Re) e per i due del cratere sismico: Mirandola (Mo) e Cento (Fe).
La richiesta di deroga, invece, non viene concessa per le strutture di Castelnovo ne’ Monti (Re), Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr). Di conseguenza, l’attività in questi ultimi punti nascita dovrà essere sospesa. Per il ministero, infatti, non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per tutelare mamme e neonati in una delle fasi più delicate della vita.
“Abbiamo percorso tutte le strade possibili senza lasciare nulla di intentato- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Come Giunta avevamo deciso di chiedere la deroga per tutte e sei le strutture, non solo per Scandiano, Mirandola e Cento, anche considerando l’importanza che rivestono per il territorio, soprattutto quello montano, e dopo un lungo confronto portato avanti con le istituzioni e le comunità locali. Avevamo anche dato rassicurazioni sul fatto di voler e poter adeguare strutture e organizzazione rispetto ai parametri di sicurezza, a partire dal potenziamento degli organici, ma il pronunciamento del ministero è chiaro e adesso occorre attenersi a questa decisione, consapevoli che la sicurezza, quando si parla di sanità, deve sempre venire al primo posto. A maggior ragione se si tratta di donne che devono partorire e di neonati, perché uno dei momenti più belli della vita non debba trasformarsi in tragedia”.
“Abbiamo il dovere- aggiunge Venturi- di assicurare la stessa tutela indipendentemente dal luogo in cui un bambino viene alla luce, ed è questo l’unico obiettivo che ha sempre guidato le nostre decisioni. In campo non c’è mai stata la benché minima idea di risparmiare; e sospendere l’attività, come la decisione ministeriale stabilisce, non vuol dire certamente lasciare sole le future mamme e i loro bambini, tantomeno abbandonare le aree montane, come qualcuno afferma in maniera strumentale. Gli investimenti messi in campo dalla Regione per potenziare gli ospedali dell’Appennino, migliorare i Pronto soccorso e le sale operatorie, ampliare gli organici e i servizi, a partire da quelli pre e post parto, non si fermano- chiude Venturi- anzi, a maggior ragione saranno rafforzati. Sono già disponibili 13 milioni di euro da destinare a Castelnovo, Pavullo e Borgo Val di Taro, con progetti definiti e tempi decisi per la realizzazione degli interventi e delle misure previste”.
Il percorso sui Punti nascita
La risposta del ministero giunge dopo un lungo percorso di ascolto e confronto con le comunità e le istituzioni locali condotto dalla Regione e un approfondito studio svolto dalla Commissione regionale tecnico consultiva sullarete ‘Percorso nascita’ dell’Emilia-Romagna, che conta 26 punti nascita attivi sul territorio.
Lo scorso luglio, la stessa Commissione aveva presentato in una relazione i risultati di quell’analisi, concentrata in particolare sull’attività dei centri periferici ‘Spoke’, rispetto ai grandi ospedali delle città. L’indicazione della Commissione tecnica era di chiedere al ministero la deroga per i due punti nascita del cratere sismico di Cento e Mirandola, dove il volume di attività, negli anni precedenti al terremoto, era superiore ai 500 parti l’anno e dove non è ancora possibile valutarne stabilmente il trend perché le strutture non hanno ancora riacquistato la piena funzionalità. Stessa richiesta di deroga era stata proposta anche per l’ospedale di Scandiano – dove soltanto nell’ultimo anno e per la prima volta il numero di parti è stato di poco inferiore a 500 (490) – per il quale la Commissione prevedeva un periodo di “osservazione” in attesa di valutare l’evolversi dell’attività.
La stessa Commissione aveva invece evidenziato la necessità di sospendere il servizio nelle altre tre strutture (Pavullo nel Frignano, Borgo Val di Taro e Castelnovo ne’ Monti), perché non vi sono le condizioni di sicurezza sufficienti, visto il numero di parti largamente inferiore ai 500 l’anno.
La Giunta regionale, per evitare la sospensione delle attività di assistenza al parto in luoghi di particolare importanza per il territorio, aveva però deciso di chiedere la deroga al ministero della Salute, tramite la Commissione nascita nazionale, per tutti e sei i punti nascita, impegnandosi, qualora fosse stata concessa, a dotare le strutture del personale necessario a garantire gli standard di sicurezza richiesti.
Ieri, a conclusione della lunga vicenda, è giunta la risposta del ministero.
Gli investimenti sul territorio
Per i tre ospedali dell’Appennino interessati dalla sospensione dell’attività, la Regione ha già programmato un piano di investimenti di 13 milioni di euro; parte degli interventi previsti è già stata realizzata e in alcuni casi le Aziende sanitarie hanno già approvato documenti preliminari di progettazione. Le risorse serviranno in particolare a migliorare i Pronto soccorso, le sale operatorie e l’accessibilità delle strutture sanitarie. È previsto poi un ulteriore incremento degli organici, con l’assunzione di circa 44 medici e infermieri che consentiranno di aumentare l’attività chirurgica e di realizzare almeno 1.500 interventi in più ogni anno, garantendo un futuro stabile e di sviluppo agli ospedali montani; oltre alla disponibilità ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette, del servizio di elisoccorso notturno. Tutto ciò viene realizzato, in condivisione con le Conferenze territoriali sociali e sanitarie e con le Aziende sanitarie, proprio per preservare e migliorare ulteriormente la qualità e la sicurezza delle cure.
I dati sui Punti nascita in cui sarà sospesa l’attività
L’Organizzazione mondiale della sanità e l’Accordo Stato-Regioni del 2010 fissano il numero di almeno 1.000 nascite all’anno quale parametro standard a cui tendere per il mantenimento dei Punti nascita; 500 parti la soglia minima definita di sicurezza. Fermo restando che in discussione è solo il parto e non tutto ciò che attiene a gravidanza, puerperio e permanenza dei reparti, che comunque continueranno a essere confermati nelle sedi attuali, con un miglioramento dei servizi esistenti.
Nel 2016 il Punto nascita di Borgo Val di Taro (Parma) ha registrato 124 parti (nel 2015 erano 157), con una percentuale di tagli cesarei del 35,2% (la più alta di tutti i punti nascita attivi in regione). Sempre nel 2016, il Punto nascita di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia) ha registrato 153 parti (159 nel 2015), con una percentuale cesarei del 29,5%. A Pavullo nel Frignano (Modena) l’anno scorso i parti sono stati 196 (261 nel 2015); 13,7% la percentuale dei tagli cesarei.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it