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Da Organizzatori

Ai primi dieci sarà riservato il percorso di formazione per selezionare i tre vincitori, che riceveranno premi in denaro e servizi professionali per l’avvio dell’impresa

Sono 40 i progetti di startup cooperativa candidati al Premio Legacoop Estense, promosso per il primo anno all’interno della Start Cup Emilia-Romagna, la business competition promossa da Aster attraverso un bando che si è chiuso lo scorso 25 maggio. Sui 136 progetti candidati da tutta la Regione, ben 40 hanno indicato di voler costituire una startup in forma cooperativa che avrà sede sui territori di Ferrara o Modena. «Siamo molto soddisfatti di un risultato che ha superato le nostre aspettative, se consideriamo che quasi un terzo dei candidati alla Start Cup regionale ha indicato di voler partecipare anche al nostro premio – afferma Chiara Bertelli, referente Innovazione per Legacoop Estense -. Di queste 40 candidature, 8 vengono da Ferrara, 4 da Modena e le restanti 28 da altre città dell’Emilia-Romagna: principalmente da Bologna, ma anche da Parma, Reggio-Emilia, Piacenza e Cesena, a dimostrazione del fatto che la nostra proposta di supporto all’avvio di nuove imprese cooperative è risultata un fattore di grande attrattività per tutta la regione. I vincitori si impegneranno a costituire la startup cooperativa a Ferrara o Modena, sviluppando così sul territorio imprese ad alto contenuto di innovazione». Molti e diversificati gli ambiti dei progetti candidati: si va dalle tecnologie applicate alla medicina all’ambito agroalimentare, dalla valorizzazione degli scarti di produzione ai sistemi di monitoraggio della qualità dell’acqua, passando per i progetti legati allo sviluppo di piattaforme e app.
Legacoop Estense passerà ora ad un ulteriore step di selezione, per arrivare ad individuare i 10 finalisti tra cui verranno scelti i tre vincitori. Al primo classificato spetterà un premio di 10.000 € in contributo a fondo perduto e servizi professionali, al secondo e al terzo rispettivamente 1.500 € e 1.000 € in servizi contabili e amministrativi offerti dalla società Finpro.
A Ferrara sono altri due i premi locali promossi all’interno della Start Cup: l’Università di Ferrara offrirà un training in Silicon Valley alla migliore idea di impresa proposta da rappresentanti della comunità accademica; Sipro – l’Agenzia Provinciale per lo Sviluppo di Ferrara – metterà a disposizione un anno di permanenza all’interno dei propri incubatori al primo classificato tra i progetti candidati in provincia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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