Skip to main content
Il manifesto della stagione 2016-2017
Il manifesto della stagione 2016-2017

Sei lavori da novembre a marzo che ci parlano del nostro presente come figlio del nostro passato, di ciò che siamo stati, a livello individuale e collettivo. La nuova stagione 2016-2017 del Teatro Comunale di Occhiobello, curata dall’Associazione Arkadiis in collaborazione con il Comune e presentata venerdì sera dal direttore artistico Marco Sgarbi proprio nella sala teatrale dove hanno luogo gli spettacoli, fin dal suo manifesto punta i riflettori sugli spettatori, o meglio sul loro ruolo a teatro oggi. Perché uscire dal proprio ‘privato’ e divenire ‘pubblico’ in questa epoca dove la condivisione è ormai per lo più virtuale, il sociale è diventato la rete del web? “Mi chiedo spesso quale sia oggi il ruolo dello spettatore e che parte abbia a teatro, mentre fuori, nell’infittirsi di parole sui social network e nei talk show televisivi, è paradossalmente chiamato ad assistere, con la massa, a vite che non gli appartengono, sempre più desideroso di accendere su di sé un riflettore potente, un catalizzatore di attenzione che la realtà virtuale concede a pochi, e per poco tempo”, scrive nella sua Introduzione alla stagione.

Marco_Sgarbi_foto_di_Nicola_Jannucci
Marco Sgarbi

La modalità di partecipazione dello spettatore nella sala teatrale è il silenzio, l’ascolto, la fiducia che con gli attori e con le persone a fianco a lui per lo spazio di quella recita si creerà un sentire comune, non uguale per tutti, ma condiviso.
“Forse è proprio aprendo le porte all’invisibile, che ci abita e ci circonda, che potremmo riscoprire, fra le mura di un teatro, non tanto ciò che siamo, quanto ciò che potremmo essere”: così Sgarbi conclude la sua presentazione della nuova stagione del Teatro Comunale di Occhiobello. Ferraraitalia lo ha intervistato per sapere quali appuntamenti ha in serbo per gli spettatori ferraresi e non.

Ogni anno la stagione è caratterizzata da una parola e da un’immagine: è così anche quest’anno? Quali sono e perché le avete scelte?
È così. Il manifesto rappresenta un pubblico che si tiene le mani sugli occhi e l’immagine è attraversata da una striscia rossa con la scritta “Esecuzione pubblica”. Un gioco che induce forse a pensare ad altro prima di capire che si tratta di un calendario di esecuzioni pubbliche, di spettacoli, della prossima stagione del Teatro Comunale di Occhiobello, e al contempo pone l’attenzione su fatti di cronaca che spesso catturano la nostra attenzione (con una curiosità che rasenta il morboso). Un pubblico teatrale che rinuncia alla vista, anche in senso figurato, è un pubblico che si mette in discussione e che si apre a un ascolto emotivo differente. Da qui anche il titolo della mia breve introduzione al programma “Invisibile”.

Parlaci un po’ degli appuntamenti: cosa vedremo e quando?
Sei spettacoli, sette considerando l’anteprima di venerdì sera, che con differenti modalità ci parlano del nostro presente, inteso come un tempo necessariamente figlio di un passato più o meno scomodo.
Dalla trasformazione della scuola nel nuovo abbecedario dei fratelli Dalla Via il 25 novembre con “Drammatica elementare”, al rapporto con il dolore del ricordo che tocca ciascuno di noi quando coloro che ci stanno intorno, i presenti, scompaiono dalla nostra vista, morti, in “La vita ferma” di Lucia Calamaro, il 9 dicembre. E poi “Acqua di colonia” della coppia Frosini-Timpano, il 20 gennaio, che trova una risposta ai flussi migratori odierni anche in nostre responsabilità storiche, nello specifico nel tempo delle colonie italiane in africa nel Novecento. Il 3 febbraio sarà da noi a Occhiobello lo spettacolo senza tempo dei due clown svizzeri Pessi-Fassari, che in quindici anni hanno girato oltre cinquanta paesi del mondo in tutti e cinque i continenti con il loro unico e incantevole “Pss Pss”. Lo struggente lavoro di Paolo Civati su ciò che è diventata la “coppia contemporanea” in “I conigli non hanno le ali” in programma il 17 febbraio, per chiudere il 3 marzo con Alessandro Bergonzoni in “Nessi”: spettacolo difficile da spiegare a parole e questo sicuramente non sorprenderà coloro che conoscono il lavoro di questo travolgente artista, vulcano di creatività che ricerca collegamenti, nessi appunto, fra tutto ciò che ci circonda di umano e sovrumano.

Ci sono amici che tornano, nomi celebri, nuove compagnie?
Ritorna dopo quasi cinque anni Bergonzoni, che era già stato con noi a novembre 2012 con “Urge”. Gli altri cinque spettacoli, invece, sono di compagnie a Occhiobello per la prima volta. Ospiteremo tre prime regionali con i lavori di Lucia Calamaro, della coppia Frosini-Timpano e di Paolo Civati. Una drammaturgia contemporanea quella di questi ultimi tre degna di nota, autori che sono considerati tra i più interessanti sia nel panorama nazionale sia in quello internazionale. Basti pensare che “La vita ferma” di Lucia Calamaro è una produzione Sardegna Teatro, Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con Teatro di Roma, Odéon – Théâtre de l’Europe e La Chartreuse – Centre national des écritures du spectacle.

La collaborazione fra l’Associazione Arkadiis e il Comune di Occhiobello è ormai di lunga data. La vostra offerta culturale è cambiata nel tempo e come?
Questa è la quindicesima edizione che io curo come direttore artistico, l’associazione nel frattempo si è rinnovata, ringiovanita al suo interno, e questo penso che abbia permesso anche a me di sviluppare una trasformazione della mia visione artistica e professionale.
Se anni fa avevo ancora bisogno di inserire in cartellone particolari nomi di richiamo, che permettevano l’afflusso di un maggior numero di spettatori, da qualche anno, in accordo anche con l’amministrazione comunale di Occhiobello, che in questo mi ha dato ampia fiducia, ho deciso di eliminare i costi elevati necessari per l’ospitalità di nomi celebri per favorire una scelta artistica precisa e riconoscibile, che in poco tempo ha rivelato la fiducia del pubblico per la nostra rassegna.

Ciò che caratterizza l’esperienza del teatro, rispetto alla tv o alla rete, è la presenza, la condivisione di un tempo fra attori e spettatori. Cosa vi piacerebbe lasciare al vostro pubblico, o meglio perché il pubblico dovrebbe scegliere di fare quest’esperienza di con-presenza proprio a Occhiobello?
Sarebbe bello che il pubblico rimanesse curioso. La curiosità è ciò che rende liberi gli spettatori di vivere pienamente l’esperienza teatrale, un filtro personale dalle maglie larghe che favorisce l’emotività, ciò che permette loro di uscire dal teatro con il desiderio di tornare. Non devono scegliere di fare questa esperienza necessariamente a Occhiobello, dovrebbero solamente alimentare il desiderio di partecipazione. A Occhiobello o altrove il beneficio collettivo genererebbe inevitabilmente un movimento culturale. E questo è lo scopo, che la cultura si propaghi, si diffonda.

Come ci si può abbonare o acquistare i biglietti? Esistono riduzioni?
Ci si può abbonare in tutti i punti vendita del circuito Ticketland2000, sono molti a Ferrara e provincia, e online dal nostro sito www.teatraocomunaleocchiobello.it, nella sezione “Biglietteria”.
Abbiamo tre fasce di prezzi: intero; ridotto per over65, soci Arci, Soci Ferrara Off e per la Rete dei Teatri, che include il teatro comunale di Occhiobello, quello di Ferrara e il De Micheli di Copparo; infine abbiamo anche un prezzo ulteriormente ridotto per i giovani under trenta.

Per maggiori info sul programma della Stagione del Teatro di Occhiobello [clicca qui]

tag:

Federica Pezzoli


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it