Questa sera al Cinema Boldini la proiezione del film “Più buio di mezzanotte”
Tempo di lettura: 2 minuti
da: Arci Ferrara
Alle ore 21.00 primo appuntamento con la rassegna “Pride” organizzata da Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara in collaborazione con Arci Ferrara.
Siamo nella Catania degli anni ‘80 e Davide è un bambino magro, introverso, dai lineamenti delicati con una folta e indisciplinata chioma di capelli rossi sulla testa, impegnato a prendere coscienza della propria omosessualità ma incontrando allo stesso tempo grandi opposizioni, in primis dal padre, che vorrebbe a tutti i costi “curarlo” ma mai accettarlo così com’è. Davide finirà dunque col rifugiarsi nel mondo invisibile di emarginati come lui, un mondo che si popola di notte quando la società (entro gli schemi) riposa. Quello raccontato sin dal titolo è infatti uno stato dell’anima, l’oscurità di un’esistenza costretta a rintanarsi in un notturno sempre più fitto, quando non a sparire del tutto. Gli amici di Davide, proprio come lui, rappresentano vite eccentriche, sbandate, vitali eppure inesorabilmente ammantate di tragedia e destinate a vivere là al di fuori degli sguardi, oltre la linea di confine del mondo noto. Attraversando San Berillio (in quegli anni vero e proprio ‘paradiso’ della prostituzione e del travestitismo) apprendendo la vita di strada e il senso di quell’invisibilità che troppo facilmente diventa l’unica chiave di sopravvivenza, Davide cercherà un disperato contatto con quel mondo esterno, insieme all’emancipazione da un padre deleterio e alla conferma di un affetto materno invece solido, (quasi) indistruttibile.
Sebastiano Riso esordisce così alla regia con questo film riadattando liberamente la storia di Fuxia alias Davide Cordova, Drag Queen e animatore del Muccassassina di Roma. La sua è una storia che si cala a fondo nell’oscurità vissuta da un quattordicenne che sta appena diventando consapevole della sua identità sessuale ma che sta anche scoprendo il peso che questa consapevolezza costituirà all’interno di un mondo dove o è la tua famiglia a proteggerti o non ci sarà nessuno a farlo, se non per gretti interessi personali. Riso osserva il suo protagonista con tutta la grazie a l’ammirazione concessa agli eroi mentre dal canto suo il piccolo protagonista Davide Capone restituisce al film lo sguardo d’immensa sensibilità di chi (pur ancora così giovane) ha già attraversato una manciata di inferni. Funzionali nello sviluppo filmico anche alle interpretazioni di Micaela Ramazzotti (nei panni di una madre devota ma forse non abbastanza da salvare il suo piccolo, sempre più ostracizzato dalla vita) e di Pippo Delbono (nei panni del pappone di bianco vestito e dall’aria saccente). Un film senz’altro non facile che affronta un tema duro con altrettanta durezza, senza risparmiarsi nella descrizione di una crudeltà famigliare (padre/figlio in questo caso) che si esercita fin oltre la soglia del sostenibile, provocando inesorabili fratture esistenziali.
Il film è stato presentato nella sezione Semaine de la Critique al Festival di Cannes 2014.
La rassegna proseguirà mercoledì 3 dicembre con l’anteprima del film PRIDE di Matthew Warchus.
Per informazioni: www.cinemaboldini.it
t. 0532.247050
ingresso 5 euro
Arci Ferrara
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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