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da: organizzatori

Si terranno da sabato a lunedì, nella sede di piazza Sacrati 11, le elezioni per il rinnovo degli organi ordinistici – quindi Consiglio Direttivo, Collegio Revisori dei Conti, Commissione Albo Odontoiatri – per il triennio 2015-2017. Per la sesta volta, si presenta la lista Dignità Medica, con l’attuale presidente Bruno Di Lascio, l’unica finora formalizzata. Come rimarca Di Lascio, «è tuttavia quanto mai importante andare a votare e raggiungere il quorum al primo turno. Una seconda convocazione comporterebbe infatti un inutile aggravio di costi per l’Ordine». Le urne saranno aperte sabato e domenica dalle 9 alle 21 e lunedì dalle 9 alle 22. Impossibile non trovare un momento compatibilmente con i propri impegni professionali e personali. Nell’ottica della continuità, Di Lascio ricorda che «molte sono state le azioni di tipo amministrativo e culturale messe in campo anche nell’ultimo trienno con l’obiettivo precipuo di rendere l’Ordine un interlocutore credibile delle istituzioni e renderlo dunque soggetto attivo, per quanto di competenza, in ambito territoriale». Nello specifico, Di Lascio pensa all’attenzione verso la riorganizzazione sanitaria in corso nell’ambito delle nuove strategie regionali e ricorda il percorso inaugurato nel 2012 con il convegno pubblico Dove va la sanità ferrarese e ai recenti Stati Generali della Sanità, dove si è voluta dare voce a tutte le componenti mediche rimarcando la necessità di una loro tutela. Per l’immediato futuro, Di Lascio pensa «ai giovani colleghi, che vanno incentivati», la cui tessera di iscrizione, per il primo triennio, verrà ulteriormente abbassata dagli attuali 90 a 50 euro, contro i 150 ordinari. I danari risparmiati da un eventuale secondo turno, saranno destinati alla Psiconcologia dell’Università degli Studi di Ferrara, diretta da Luigi Grasso, per la realizzazione di una borsa di studio intitolata a Francesco Tomasi, scomparso a inizio 2014 per una malattia incurabile, prima di riuscire ad affrontare l’esame di Stato, e recentemente inserito ad honorem nell’Albo dei Medici. Nominativi lista Dignità Medica. Consiglio Direttivo: Giovanni Accardo, Roberto Altavilla, Andrea Bedetti, Rosario Cultrera, Bruno Di Lascio, Rosa Maria Gaudio, Roberto Manfredini, Massimo Masotti, Vincenzo Matarese, Agostino Panajia, Roberto Rizzati, Marco Ruina, Marco Vaccari, Ida Vitagliano, Davide Onorio Zampini. Collegio Revisore dei Conti: Giseppe Vincenzo Raele, Barnbbarara Romanini, Giovanni Elia, Zairo Ferrante (supplente)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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