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Da: Organizzaotori

Incasso di 10 mila Euro a Montebelluna con la musica e il Cabaret de ‘Il terremoto siamo noi’ e la raccolta continua

A SOSTEGNO DEI TERREMOTATI DEL CENTRO ITALIA Una vera e propria maratona delle arti si è svolta domenica 25 settembre a Montebelluna, alla quale hanno partecipato artisti provenienti da tutta Italia. E grande successo anche per Silvia Boreale che ha presentato in anteprima il suo nuovo singolo OGNI GIORNO CHE PASSA scritto da Leonardo Veronesi che la accompagnava alla chitarra insieme alle danzatrici di Jazz Studio Dance (coreografia di Silvia Bottoni) che poi si sono trasformate in zombie per partecipare anche alla grande performance di Leonardo Veronesi che ha presentato il suo brano NON HAI TENUTO CONTO DEGLI ZOMBIE tra lo stupore del pubblico accompagnato appunto dai suoi zombie : Giorgio Galletti, Riccardo Tognazzo, Martina Saccenti, Sara Pozzati, Irene Perez Garcia, Carlotta Pozzobon. Grande suggestione ha creato la comparsa di queste creature sul palco in una atmosfera da thriller (su un intro creato da Veronesi per l’occasione) rafforzata anche da giochi di luci e proiezione dell’ultimo videoclip di Veronesi per la regia di Marco Lui. Applausi a scena aperta e grande collaborazione e stima tra tutti gli artisti presenti uniti per una buona causa. Il numeroso pubblico ha potuto apprezzare il livello artistico e la professionalità di Veronesi e della giovane Boreale che degnamente hanno rappresentato la nostra città nell’ambito di un cast che andava da Anna Maria Barbera, in arte Sconsi, Marco Ferradini con l’immortale Teorema accompagnato dalla figlia Charlotte, Mariella Nava (cantautrice che ha scritto brani straordinari come Spalle al Muro, cantata da Zero a Sanremo) insieme al giovanissimo cantante Marco Martinelli,Sergio Cobuccio,Giusy Zenere, e I Papu, Walter Di Francesco, Marco Cadorin e Francesco Sartoretto, Elvira Cadorin, Giorgio Zanetti di Spazio Zelig, Ivan e Cristiano, gli Street Clerks:musicisti che arrivano da Xfactor. Si sono poi esibiti, con la loro nota simpatia Gigi e Andrea, Andrea Viganò in arte Pistillo (Colorado) con la show girl Melita Toniolo. Poi, dal vivaio di Sanremo Giovani la cantautrice Miele e l’artista Mahmood. E ancora, Ivan e Cristiano direttamente da Made in Sud, la soprano di fama mondiale Annalisa Raspagliosi, poi Rocco Gigolò con il suo famoso megafono ‘Donne!’ e Andrea Vasumi. Ben otto ore consecutive di musica e cabaret, con artisti provenienti da tutta Italia, presentate con la consueta professionalità da Paolo De Grandis, (uno dei promotori e organizzatori della kermesse) accompagnato dalla giovanissima modella Gloria Fregonese. Alla fine dello spettacolo, artisti e organizzatori tutti sul palco a cantare, insieme al pubblico le parole di grande auspicio e augurio ‘strada facendo vedrai…”canzone di Claudio Baglioni che ben si amalgama con l’intento dello spettacolo. Piazza Negrelli di Montebelluna ha visto transitare, durante le otto ore di spettacolo, migliaia di persone che si sono davvero divertite e hanno contribuito con le offerte in denaro donando 10.011,87 euro che vanno a sommarsi a quelli già presenti nel conto corrente che rimarrà aperto almeno per altri tre mesi. Pertanto chi volesse ancora contribuire può farlo direttamente a: IL TERREMOTO SIAMO NOI – Conto corrente presso Cassa di Risparmio del Veneto intestato a ‘Comune di Montebelluna – Emergenza Terremoto Centro Italia” IBAN IT80 K062 2512 1861 0000 0000 177, causale ‘raccolta per terremoto’, per eventuali bonifici dall’estero il codice BIC è IBSPIT2P. Riferimenti: sito www.ilterremotosiamonoi.it, pagina Facebook Il Terremoto siamo Noi, account Twitter Il Terremoto Siamo Noi, mail info@ilterremotosiamonoi.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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