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Da: Organizzatori

La Rassegna ‘Storica e Nuova Canzone d’Autore’ è in programma in autunno a Ferrara, come da alcuni anni a questa parte. Nelle date del 18 e 19 Novembre 2016 sarà realizzata la 5 edizione alla sala Teatro Estense con inizio alle ore 20,45.
E’ una manifestazione Culturale-Musicale che l’associazione Aspettando Godot porta avanti da con perseveranza ed ostinazione da alcuni anni.
Nell’ambito di questa prossima rassegna, il 18 Novembre spicca un evento assolutamente inedito e esclusiva per la città di Ferrara: la ‘reunion’ dei Musicisti Storici che hanno accompagnato la carriera di due tra i più grandi cantautori italiani, Francesco Guccini e Claudio Lolli, in una serata che intende omaggiare questi due grandi artisti.
E’ la prima volta in assoluto che si concretizza la possibilità di vedere all’opera sullo stesso palco i musicisti che hanno accompagnato la carriera di Francesco Guccini e Claudio Lolli
La manifestazione prosegue sabato 19 Novembre con le esibizioni di altri cantautori di assoluto valore come Mario Castelnuovo, Flavio Giurato e Michele Gazich.
Ad aprire le due serate saranno la band Méséglise e Davide Solfrini. La manifestazione, in continua crescita di attenzione da parte degli appassionati, è realizzata con un consistente impegno in prima persona da parte dell’associazione ‘Aspettando Godot’, con il contributo del Comune di Ferrara, il prestigioso patrocinio di Mibact (Ministero beni Culturali e Turismo) e il patrocinio della Regione Emilia Romagna.
Nelle precedenti edizioni sono stati presentati alla rassegna ‘Storica e Nuova Canzone d’Autore’ di Ferrara diversi artisti di grande qualità della canzone d’autore italiana, in un percorso Culturale-Musicale impregnato da grande passione e non pochi sacrifici da parte dell’intraprendente associazione ‘Aspettando Godot’.

Questo il programma della 5 Rassegna Storica e Nuova Canzone d’Autore – Ferrara 2016

Venerdì 18 Novembre – Sala Teatro Estense ore 20,45
I Musicisti di Francesci Guccini in Concerto
I Musicisti di Claudio Lolli in Concerto.
Opening act: Méséglise.

Sabato 19 Novembre – Sala Teatro Estense ore 20,45
Mario Castelnuovo in Concerto
Flvio Giurato in Concerto
Michele Gazich in Concerto
Opening act: Davide Solfrini.

Altre informazioni e prenotazioni concerti su:
www.aspettandogodot.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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