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Da responsabile comunicazione del Conservatorio

Martedì 28 marzo alle 18 in via Cisterna del Follo 5, Ferrara concerto per violino (Alessandro Perpich) e pianoforte (Andrea Ambrosini)

Incentrato su un unico autore è il concerto di martedì 28 marzo alle 18 a Palazzo Bonacossi. L’appuntamento musicale, inserito all’interno della rassegna “I Concerti di Palazzo Bonacossi”, sarà monografico, dedicato infatti a Maurice Ravel. Compositore, pianista e direttore d’orchestra francese, il suo brano più celebre per orchestra è Boléro. Il 28 marzo, in via Cisterna del Follo 5 a Ferrara, la sua musica si potrà riscoprire con l’integrale di Ravel per violino e pianoforte, a cura di Alessandro Perpich al violino e Andrea Ambrosini al pianoforte. I due musicisti, nonché docenti del Conservatorio “Frescobaldi” di Ferrara, eseguiremo l’opera integrale per violino e pianoforte di Maurice Ravel, ovvero la Pavane pour une infante défunte, il Pièce en forme de habanera, la Berceuse sur le nom de Gabriel Fauré, la Sonata in Sol, la Sonata postuma, Kaddisch e “Tzigane”, la Rapsodia da concerto “à Jelly D’Aranyi”.

Andrea Ambrosini ha studiato con Daniel Rivera, Pietro Rigacci e Mauro Minguzzi. Si è perfezionato in musica da camera per pianoforte ed archi con il Trio di Trieste. Ha suonato in molte formazioni da camera e collaborato con solisti come i violinisti Roberto Ranfaldi ed Alessandro Perpich, la violoncellista Marianne Chen e cantanti come il contralto Sonia Prina, il soprano Cinzia Forte ed il mezzosoprano Evghenia Dundekova. Dal 1997 ricopre la cattedra di docente di Accompagnamento pianistico presso il Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara.

Alessandro Perpich ha intrapreso giovanissimo lo studio della musica sotto la guida del padre e si è diplomato a pieni voti e lode sia in violino al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, sia in viola al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. Con Corrado Romano ha continuato gli studi al Conservatorio di Ginevra sino a ottenere nel 1992 il “Premier Prix de Virtuosité. Incide per Bongiovanni, EPR. È direttore artistico del Festival Musicale Savinese. Fondatore dell’ensemble d’archi “La Corte Sveva”, nel 2004 ha vinto il Premio Speciale della Fondazione Masi al Concorso Internazionale “G. Zinetti”. Suona su un Tommaso Carcassi del 1757 e un Tommaso Landolfi 1750.

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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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