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da: organizzatori

Mercoledì 6 maggio sarà un’altra giornata a ‘ciclo continuo’ per la quarantaduesima edizione del festival Ravenna Jazz. L’appuntamento principale sarà il concerto delle ore 21:30 al Mama’s Club, per la serie “Ravenna 42° Jazz Club”. Ne sarà protagonista il quartetto “Groovology” del sassofonista Alessandro Scala, con la presenza speciale di Flavio Boltro (tromba, effetti), oltre che di Leo Corradi (Hammond) e Stefano Paolini (batteria): jazz viscerale tra bop e funk. Biglietti: posto unico euro 10 (tessera Arci obbligatoria: euro 5).

Ma il festival sarà poi attivo a ogni ora del giorno, con un workshop di improvvisazione tenuto da Boltro e aperto a tutti gli strumentisti (al Mama’s, ore 10-13 e 15-17) e con il concerto Aperitif delle ore 18:30 (ingresso gratuito) al Cabiria Wine Bar con il cantante e tastierista Giacomo Toni e il suo “Piano Solo con parole”.
Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e con il patrocinio della SIAE.

Dopo il Viaggio stellare in compagnia di Fabrizio Bosso, Alessandro Scala, sassofonista ravennate classe 1968, giunge sull’isola del ritmo, la Groove Island che dà il titolo alla sua nuova produzione discografica, sempre per la Schema Records. Questa volta al suo fianco c’è un altro peso massimo della tromba, Flavio Boltro, mentre la matrice bop tanto cara a Scala si arricchisce delle sonorità felpate dell’organo e degli innesti modernisti dell’elettronica. Le due anime musicali di Scala, quella in the tradition e quella ‘sporca’ di funk e soul si trovano qui a stretto contatto.
Alessandro Scala inizia gli studi di clarinetto, e poi di sax, sin dall’infanzia. L’approccio al jazz avviene dapprima da autodidatta, quindi sotto la guida di Fabio Petretti, Bob Bonisolo, Steve Grossman. La sua enorme dedizione alla musica senza preclusioni di stile gli permette di collaborare con nomi di rilievo in vari ambiti, dal jazz alla bossa nova, il funk, il blues: Bob Moses, Marilyn Mazur, Bruno Tommaso, Jimmy Owens, Marco Tamburini, Mario Biondi, Rosalia de Souza… Particolarmente duratura è la sua collaborazione con l’hammondista lounge Sam Paglia. Come leader, Scala si presenta abitualmente alla testa di quartetti e quintetti, avendo spesso al suo fianco partner di grande livello. Queste formazioni nascono come atto d’amore verso la stagione dell’hard bop, con un repertorio che in origine era sostanzialmente ripreso da Horace Silver, Hank Mobley, Lee Morgan, Miles Davis… Successivamente Scala ha arricchito i suoi programmi musicali con brani originali di ispirazione nu jazz ma legati comunque alla tradizione.
Anche Flavio Boltro darà poi il suo contributo ai seminari di “Mister Jazz”, il giorno stesso del concerto, con un workshop di improvvisazione aperto a tutti gli strumenti dal titolo “Trumpet Therapy”.

Giacomo Toni è un’anima punk incastonata nelle vesti di un cantautore. Le storie che mette in musica saltano qua e là sui tasti del pianoforte e scivolano lentamente, come sigarette spente sull’asfalto alle cinque del mattino, come bicchieri di vino bevuti in solitudine al bancone di un bar. I suoi concerti offrono capolavori comici, ballate splendide e malinconiche: ogni canzone è un tornado di riferimenti musicali disparati, dalla scuola genovese al jazz sperimentale. Giacomo Toni è il leader della ’900 Band: tre dischi all’attivo e diversi riconoscimenti ottenuti, tra cui il premio Nuova Musica Italiana 2007 e il premio Augusto Daolio 2006 per il migliore testo. Nel giugno 2012 entra ufficialmente a far parte dell’etichetta MArteLabel e pochi mesi dopo vince il Festival Mondiale della Canzone Funebre. Il suo disco più recente, Musica per autoambulanze, lo conferma come cantautore iconoclasta, ironico, romantico e cinico al contempo.

Informazioni
Jazz Network, tel. 0544 405666, fax 0544 405656
e-mail: ejn@ejn.it
website: www.erjn.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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