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da: organizzatori

Con i concerti di giovedì 7 maggio Ravenna Jazz 2015 entra nella seconda metà della sua lunga programmazione. Da questa sera il festival torna a insediarsi al Teatro Alighieri, dove rimarrà per quattro spettacoli consecutivi, sino a domenica: il primo sarà con il gruppo della trombonista inglese Annie Whitehead. Il suo “Soupsongs”, proposto in esclusiva italiana, ripercorre le musiche di Robert Wyatt affidandosi a un cast ampio e di grande richiamo, con Jennifer Maidman (voce, chitarra), Sarah Jane Morris (voce), Cristina Donà (voce, chitarra), Brian Hopper (sax tenore), Theo Travis (sax tenore, sax soprano, flauto), Steve Lodder (pianoforte, tastiere), Tim Harries (basso elettrico) e Liam Genockey (batteria). Biglietti: intero da 25 a 15 euro; ridotto da 22 a 12.
Dimitri Sillato(tastiere, elettronica, violino) sarà poi il protagonista dell’odierno concerto Aperitif: il suo “Rooms and Time” sarà al Due Dame (ore 18:30, ingresso gratuito).
Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e con il patrocinio della SIAE.

“Soupsongs” è una lunga carrellata all’interno delle canzoni dell’ex leader dei Soft Machine Robert Wyatt, ideato dalla trombonista inglese Annie Whitehead (Oldham, 1955). Questo progetto ha ormai una lunga storia alle spalle: ha esordito sulle scene inglesi nel 1999, per girare poi nei più importanti festival internazionali. Da allora la formazione è in parte cambiata: assai significativa è stata l’aggiunta della voce di Cristina Donà, che fa parte della band dal 2004. La cantante italiana, che col suo personale rock d’autore ha conquistato il pubblico internazionale, ha ricevuto parole di elogio anche dallo stesso Wyatt, ancor prima di essere coinvolta in “Soupsongs”. La Donà si inserisce nel cast orchestrale al fianco di Jennifer Maidman e Sarah Jane Morris: una front line canora il cui impatto rende merito all’onirica immaginazione del guru del progressive rock inglese.
Annie Whitehead si è formata come jazzista, ma una volta arrivata a Londra, alla fine degli anni Settanta, si è dedicata anche alla fusion, il blues, il progressive rock, il reggae, collaborando tra gli altri con Joan Armatrading, Chris Rea, Bill Wyman, Elvis Costello, Robert Wyatt, i Communards e le Bananarama. Significativa è anche la sua frequentazione dei musicisti sudafricani residenti a Londra: la Whitehead ha suonato sia nella Brotherhood of Breath di Chris McGregor che negli Spirits Rejoice di Louis Moholo. Al di fuori dei confini inglesi, la si è ascoltata anche assieme a James Blood Ulmer, Abdullah Ibrahim e nel World Trombone Quartet con Ray Anderson.
Nel gennaio 2015 Robert Wyatt ha compiuto 70 anni: a riaccendere i riflettori sul mitico batterista e cantante, oltre allo spettacolo della Whitehead, ci ha pensato la biografia ufficiale, Different Every Time, scritta da Marcus O’Dair.

Partendo dalle più solide basi, con un diploma in pianoforte e ulteriori studi di composizione e violino, Dimitri Sillato non è semplicemente approdato alla musica improvvisata: piuttosto ne ha coltivato costantemente l’interesse anche nel corso della sua formazione classica.
Fabrizio Puglisi, Enrico Pieranunzi e Stefano Battaglia sono stati gli insegnanti che hanno accompagnato il pianista originario di Massa Lombarda nel percorso di approfondimento della musica afro-americana e della libera improvvisazione. In questo nuovo ambito musicale Sillato ha poi accumulato esperienze ragguardevoli al fianco di nomi come Eyvind Kang, Mike Patton, Cristina Zavalloni, Achille Succi, Tristan Honsinger, Marilyn Mazur. E ancora, su un fronte meno sperimentale, con Gabriele Mirabassi e Vinicio Capossela.
Sillato lavora anche come compositore ed esecutore per il teatro, collaborando stabilmente con Elena Bucci e la compagnia Le Belle Bandiere. Il suo solo “Rooms and Time” ricorre alla composizione in tempo reale, creando stanze sonore invase dall’ossessione del tempo immutabile regolare/irregolare.

Informazioni
Jazz Network, tel. 0544 405666, fax 0544 405656
e-mail: ejn@ejn.it
website: www.erjn.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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