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da: organizzatori

Domenica 10 maggio alle ore 21 Ravenna Jazz 2015 va in scena per l’ultima volta al Teatro Alighieri (prima del finale del festival lunedì 11 al Socjale di Piangipane) e lo fa sfoderando uno dei più ammirati cantanti della black music di questi ultimi anni: Gregory Porter. Per eseguire in prima data italiana il suo “Liquid Spirit” , un concentrato di soul, jazz e blues che gli è valso il premio Grammy, Porter sarà accompagnato da Yosuke Satoh (sax alto), Chip Crawford (pianoforte), Aaron James (contrabbasso) ed Emanuel Harrold (batteria). Biglietti: intero da 25 a 15 euro; ridotto da 22 a 12.

Il concerto Aperitif delle ore 18:30 alla Taberna Boaria (ingresso gratuito) sarà invece nel segno dello swing-latin anni ’30 con il solo “Song for Ukulele” di Christian Lisi (ukulele, voce).

Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e con il patrocinio della SIAE.

Gregory Porter nasce a Los Angeles nel 1971 e cresce a Bakersfield con la madre, che è ministro di culto, mentre il padre ha abbandonato la famiglia. Sin da piccolo Porter trova un ‘padre’ sostitutivo in Nat King Cole: lo ascolta con passione e prova a imitarlo.
Ma le sue prime aspirazioni sono di tutt’altro genere. Porter avrebbe infatti potuto diventare un giocatore professionista di football: fu un infortunio a impedirgli questa carriera e a lasciargli quindi il tempo di continuare a cantare, con quella sua voce baritonale dalla quale prorompono l’ardore del soul, il tormento del blues, il luminoso senso melodico del jazz d’annata.

Muovendosi nella scena dei piccoli jazz club, Porter incontra il sassofonista-pianista Kamau Kenyatta: è lui che lo presenta a Hubert Laws.
Grazie a questa conoscenza Porter arriva finalmente all’esordio discografico da leader, ormai alla soglia dei quarant’anni, con l’album Water (2010). Non è un esordio come tanti altri: Porter è un cantante dalla voce imponente, pregna di blues, gospel e teatro.
Da un nitido omaggio alla vocalità di Nat King Cole passa, senza soffermarsi troppo sull’antiquariato, a un ripensamento di questo suo modello, del quale fornisce una ‘revisione’ contemporanea scevra di sdolcinatezze e attenta agli sviluppi moderni della ritmica e la vocalità afro.
Risultato: riceve subito una nomination ai Grammy, cosa che si ripete anche per il disco seguente, Be Good (2012). Porter si è già velocemente imposto come un fenomeno internazionale quando nel 2013 realizza il terzo disco, Liquid Spirit, che segna il suo esordio per l’etichetta Blue Note. Questa volta il Grammy come miglior album di jazz vocale è suo.

Christian Lisi, salentino d’origine e bolognese d’adozione, compra un po’ per scherzo un ukulele: è l’inverno del 2009, l’oggetto costa davvero poco, perché non farsi un regalo di Natale in anticipo?
Come poteva sapere che ne sarebbe nata una tale passione da fargli sviluppare un intero progetto musicale dedicato alla minuscola chitarra hawaiana derivata dal cavaquinho portoghese? Con il coinvolgimento di un altro ukulelista, Lorenzo Lucci, e del contrabbassista Matteo Zucconi nasce quindi l’Ukulele Trio.
Il disco d’esordio di questa formazione, Song for ukulele, pubblicato dalla Irma Records, è vivacizzato dalla presenza di numerosi ospiti, tra i quali l’organista Pippo Guarnera e le cantanti Silvia Donati e Frida Forlani.

Lisi suona l’ukulele con uno stile personale che evoca lo swing degli anni Trenta, con l’aggiunta di profumi latini e di world music.

Informazioni

Jazz Network, tel. 0544 405666, fax 0544 405656
e-mail: ejn@ejn.it
website: www.erjn.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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