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Da: Forza Italia Ferrara

Recupero farmaci inutilizzati, Peruffo: “La Regione deve accelerare per aiutare chi ha bisogno”

Alcuni giorni fa ho presentato un’interpellanza sulla mancata approvazione del protocollo regionale che definisce i criteri per dar vita alla raccolta dei farmaci non scaduti. Un’azione utilissima sotto parecchi punti di vista, innanzitutto sociale, ma anche ambientale, considerando le procedure di smaltimento dei medicinali.

Anni fa questo tipo di raccolta era organizzata dalle Aziende Usl locali, a Ferrara prendeva il nome di “Ancora utili”. Poi, come detto, si è deciso di prevedere un protocollo unico regionale che è stato messo a punto a luglio 2018 insieme agli organismi che dovranno occuparsi della raccolta, vale a dire Hera e Last Minute Market. Malgrado questo, a livello operativo, non si è ancora proceduto ad azioni concrete.

Perché insisto con questo tema che, da farmacista, posso dire di conoscere molto bene? Perché la situazione sociale legata al consumo di farmaci in Italia è particolarmente delicata.
Lo scorso novembre il Banco Farmaceutico ha presentato i dati, consultabili on-line, riguardanti relativi al territorio nazionale.
L’indagine ha evidenziato che le famiglie in stato di povertà spendono in farmaci il 54% del proprio budget sanitario (contro il 40% delle altre famiglie). Spendono per il dentista solo 2,35 euro mensili (24,83 euro le altre famiglie). 13,7 milioni di individui risparmiano su visite mediche e accertamenti. Ma il SSN copre solo il 59,4% della spesa farmaceutica.
Nel 2018, 539.000 individui in stato di indigenza non si sono potuti permettere le cure mediche e i farmaci di cui avevano bisogno. Si tratta mediamente del 10,7% dei poveri assoluti italiani.
Per le famiglie indigenti, inoltre, la quota principale della spesa sanitaria è destinata ai medicinali: 12,30 euro mensili, pari al 54% del totale. In pratica chi ha redditi bassi spende più soldi in farmaci perché può permettersi meno prevenzione.

A fronte di questi numeri angoscianti, ancora è più pressante la necessità di mettere in pratica una procedura per far sì che farmaci ancora utili, non vadano gettati tra i rifiuti ma vengano messi a disposizione per coloro che, purtroppo, non possono permetterseli. Una situazione che pregiudica la salute di molti individui e il benessere di tante famiglie in stato di povertà.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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