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Da: Matteo Gavioli, Espresso Communication Srl

Per anni considerati ‘bamboccioni’, ora pensano al lavoro, perfino durante le feste: sono i giovani che cercano di superare la crisi con sacrificio e determinazione. Tra i regali più desiderati infatti spiccano le esperienze formative all’estero (27%), che superano evergreen come auto e moto nuove. Da Nord a Sud la tendenza è omogenea, ma sono le donne a essere più motivate a fare esperienza in Europa, USA e Cina. E, come rivela FourStars, la Cina è tra le mete emergenti più ambite.

Sono giovani, vivono nell’era dell’usa e getta, viaggiano per il mondo tramite il loro smartphone e quest’anno a Babbo Natale chiederanno… un sostegno economico per andare all’estero a vivere un’esperienza formativa svolgendo uno stage professionalizzante. Verrebbe quasi da non crederci e, invece, fanno sul serio e sono molto determinati: quasi un giovane su 3 infatti ammette di voler rinunciare ai soliti regali preferendo la possibilità di fare un’esperienza concreta di crescita lavorativa. Il dato si manifesta piuttosto in egual misura al Nord (29%) come al Sud (25%) con una differenziazione di genere che vede le ragazze in maggioranza (31%) rispetto ai ragazzi (23%). Nella speciale top 10 dei desideri natalizi al primo posto si confermano i prodotti hi-tech come smartphone, tablet, pc e consolle (49%), seguiti da abbigliamento e accessori firmati (45%), viaggi di piacere (38%), che precedono proprio le esperienze all’estero (27%); a seguire animali domestici (26%), auto e moto (22%), attrezzature e corsi sportivi (20%), trattamenti di benessere e tatuaggi (13%). Tra le mete più gettonate emerge la Cina (15%), come conferma Chiara Grosso, presidente di FourStars.

Questo è quanto emerge dallo studio promosso dall’agenzia Espresso Communication, condotto mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su un campione di circa 1200 giovani tra i 18 e i 29 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum specializzati e community. Nello studio è stata anche coinvolta FourStars – società accreditata dal Ministero del Lavoro e leader nazionale in materia di tirocini formativi, e il suo osservatorio di 85.000 stage attivati dal 2000 ad oggi – nonché un panel di 10 docenti universitari di Psicologia e Sociologia del Lavoro, per capire quali sono le motivazioni alla base della tendenza e cosa ci si aspetta di portare a casa da questa esperienza.

Ma perché questa tendenza sta prendendo piede proprio adesso e in questa forma? Secondo Chiara Grosso, Presidente e CEO di FourStars: “I giovani d’oggi sanno bene che non è più sufficiente avere in tasca una laurea per poter entrare da subito nel mondo del lavoro. Per questo pretendono che i percorsi formativi non siano fatti di sola teoria, ma che diano la possibilità di sperimentare in prima persona i contesti professionali. Poi c’è la questione della competitività ed esclusività: i giovani italiani vogliono sì andare all’estero, ma la maggior parte di essi preferisce fare ritorno per poter mettere a frutto qui, nel suo Paese, le competenze acquisite. È proprio partendo da questi desideri di ambizione che abbiamo pensato gli 11 programmi di stage in Cina: percorsi ad hoc in un Paese in crescita continua, dove avere un’idea significa poterla realizzare, impegnarsi vuol dire avere responsabilità”.

Tra le mete predilette l’Europa va per la maggiore (33%) con un netto sbilanciamento verso Germania (12%) e Regno Unito (15%) che sono ancora percepiti come i Paesi con più opportunità lavorative. A seguire il sogno americano (28%) con in testa New York (14%) e Los Angeles (11%) e, infine, merita di essere menzionata la forte ascesa di interesse verso i Paesi asiatici (24%) con la Cina tra le mete più ambite (15%).

Ma quali sono, secondo il mondo accademico, le ragioni che spingono sempre più giovani a desiderare di ricevere in dono per Natale questa esperienza? Secondo Maurizio Tirassa, professore Ordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università degli Studi di Torino: “Non è un caso che i giovani chiedano per Natale un’esperienze all’estero. Lo fanno perché sperano di acquisire competenze, anche solo linguistiche, e di costruire reti sociali che permettano loro di tornare in Italia a condizioni migliori e, in altri casi, di aprirsi vie di fuga dal destino al quale si sentono ‘condannati’ in Italia”.

Un parere, quello del Professor Tirazza, confermato anche dai dati emersi dall’indagine. Il 25% del campione intervistato ha dichiarato di desiderare un viaggio formativo proprio a causa dell’insoddisfazione diffusa che si respira nel nostro Paese. Tra le altre motivazioni segnalate appaiono anche, e con una percentuale di preferenza nettamente superiore, la volontà di imparare una lingua straniera in loco (45%), di acquisire competenze tecniche in un contesto internazionale (42%) e di allargare il proprio network di contatti (29%).

“Non si tratta di semplici regali natalizi, ma di veri e propri investimenti strategici per realizzare un progetto professionale – afferma Franco Fraccaroli, Professore Ordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università degli Studi di Trento – Credo che le leve psicologiche che spingono in questa direzione siano due: il bisogno di riuscita,o l’ambizione, per dirlo in termini di linguaggio corrente, e la capacità di pensare sul lungo termine, senza cercare benefici futili e di breve respiro”.

A chiudere il cerchio dell’analisi ci sono le forti trasformazioni del mercato del lavoro e l’avvento di nuove professionalità sempre più ibride, sempre più legate alle dinamiche digitali. “Siamoormai nell’economia della conoscenza – interviene così Cristian Balducci, Professore Associato di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università di Bologna – Recenti dati Istat corroborano l’idea che investire in conoscenza e rimanere disposti a farlo per tutta la vita lavorativa siano fattori protettivi importanti, sia in termini di successo nella ricerca di un lavoro, sia perché diminuiscono il rischio di perderlo anche in situazioni di crisi”.

Ambiziosi, determinati e fiduciosi nel futuro: sono questi i giovani che, con un pizzico di sacrificio, a Natale scelgono di investire sulla propria formazione.Da Nord a Sud il fenomeno si sviluppa in maniera omogenea, rispettivamente con un’incidenza del 29 e 25 per cento. Le donne dimostrano più motivazione verso i viaggi professionalizzanti: il 31% afferma di preferire questo genere di regalo a quelli più tradizionali o di tendenza. I ragazzi, invece, si esprimono con favore in una misura pari al 23%. Dove vivono? Le più grandi metropoli del Bel Paese vanno per la maggiore: Milano (23%) e Napoli (21%) superano Torino (19%) e Roma (17%).

ECCO INFINE LA TOP 10 DEI REGALI PIÙ DESIDERATI DAI GIOVANI ITALIANI A NATALE:

Oggetti hi-tech (smartphone, tablet, console, pc) 49%
Abbigliamento, borse e accessori firmati 45%
Viaggi di piacere 38%
Esperienze all’estero 27%
Animali domestici 26%
Automobili o scooter 22%
Abbonamenti fitness corsi sport attrezzature sportive 20%
Spa e trattamenti benessere 17%
Esperienze culturali e/o enogastronomiche 16%
Tattoo e interventi di medicina estetica 13%

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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