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Da: Ufficio Stampa Lega Romagna

“Presidente Bonaccini, noi della Lega siamo disposti a dialogare con la Giunta regionale. Abbiamo idee e progetti già pronti che possiamo metterle a disposizione. Ma le chiediamo due cose: di poterci misurare su un piano concreto, non su parole e promesse, e di poterci confrontare con una squadra di persone pragmatiche, preparate, senza pregiudiziali politiche. Non dobbiamo cambiare il mondo, come qualcuno vorrebbe, ma abbiamo il dovere di sostenere e stimolare la ripartenza dell’Emilia-Romagna”.
Questo l’invito rivolto dal deputato della Lega Jacopo Morrone al presidente della Regione Stefano Bonaccini, durante una videoconferenza avvenuta questa mattina.
HUB COVID
“Lei e il ministro della Salute Speranza – ha ricordato Morrone – avete annunciato l’arrivo di 26 milioni per creare l’hub nazionale per la terapia intensiva contro il Covid. Si tratterebbe di 146 letti spalmati in ospedali di quattro città (Parma, Modena, Bologna e Rimini), da cui è stata esclusa irragionevolmente Piacenza, visto che in quel territorio il virus ha colpito più duramente. Forse sarebbe stato più utile investire su due nosocomi dedicati esclusivamente alla cura del Covid (uno in Romagna e uno in Emilia), se è vero che dovremo convivere a lungo con questa malattia”.
MASCHERINE
Morrone ha poi chiesto ‘più lungimiranza’ ai vertici regionali, anche prevedendo tagli significativi alla fiscalità regionale, e ‘maggiore attenzione alle dichiarazioni rilasciate alla stampa’. Morrone ha fatto riferimento all’ultimo ‘caso’ dell’assessore alla Salute Raffaele Donini, che ieri “è pesantemente scivolato sulle mascherine che, a suo dire, diventeranno obbligatorie solo quando tutti gli emiliano-romagnoli ne saranno dotati’. Ma se le mascherine sono indispensabili per la prevenzione, come noi crediamo, – ha ribadito Morrone – allora la Regione è già in estremo ritardo e deve provvedere immediatamente a fornirle ai cittadini”.
Diversi poi gli interrogativi del deputato leghista sul sistema sanitario regionale che di fronte all’emergenza è ‘collassato’ e che ha mostrato gravi carenze nella tutela dei sanitari privi per troppo tempo dei dispositivi di protezione indispensabili.
TURISMO, ARTIGIANATO, ECC.
Altre sollecitazioni di Morrone hanno riguardato l’industria del turismo e di tutte le filiere che orbitano intorno a questo settore. “La riviera è ferma e se gli operatori non apriranno sarà un danno ulteriore con ricadute che potranno durare anni. E’ una situazione complessa che necessita di aiuti concreti e immediati”. Il deputato ha poi citato, tra l’altro, le gravi difficoltà delle associazioni sportive e di artigiani, come i parrucchieri o i pasticceri, ‘perché i forni sono rimasti aperti e le pasticcerie no?’.
TORNARE IN PARLAMENTO E IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA
Ultima richiesta quella di ritornare in Aula: “l’Assemblea legislativa come il Parlamento devono tornare a lavorare nelle sedi istituzionali. Se sanitari, venditori, forze dell’ordine, ecc si recano quotidianamente sul posto di lavoro, non vedo perché non lo possano fare consiglieri regionali e parlamentari”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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