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l’unico evento internazionale permanente sulla tutela del territorio – BONIFICHE, COSTE, DISSESTO, CLIMA, SISMICA, RIQUALIFICAZIONE, RIGENERAZIONE e CHIMICA Innovativa – prosegue con il secondo evento faro, di avvicinamento a Settembre, ed è ancora successo.
Il secondo evento faro, di avvicinamento a Settembre, di RemTech Expo, fa tappa nella splendida Orvieto con l’evento GOVERNANCE H30 – Costruzione partecipativa di nuovi scenari di governance delle risorse e dei rischi naturali, organizzato da Alta Scuola, Progetto FRANCA, Dipartimento della Protezione Civile, Struttura di Missione #italiasicura, ISPRA, UNESCO, Regione Umbria, Comune di Orvieto e RemTech Expo, presso Palazzo del Capitano del Popolo l’8 Giugno.
Oltre cinquanta esperti, provenienti da Istituzioni nazionali, Parlamento, Regioni ed enti locali, Reti Professionali, Associazioni di categoria, Università e Enti di ricerca, mondo imprenditoriale ed industriale, si sono riuniti in una straordinaria giornata partecipativa.
In gruppi di lavoro misti, pubblico-privati, hanno svolto un “esercizio di futuro”, attraverso un percorso strutturato di anticipazione dei rischi e delle criticità connessi alla gestione delle risorse naturali su un orizzonte temporale che ha traguardato il 2040, con l’obiettivo di individuare elementi utili ad una strategia generale per il Paese.
Hanno aperto la giornata la Regione Umbria, il Comune di Orvieto, il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, Ispra, RemTech Expo, con la partecipazione di UNESCO e il coordinamento scientifico di Alta Scuola e di FRANCA.
Nella seconda parte della mattinata, i cinquanta esperti, opportunamente invitati, sono stati suddivisi in Gruppi di Lavoro che hanno subito dato vita ad un approfondito ed articolato confronto multilivello, sfociato nell’elaborazione di un istant report, presentato al termine dei lavori in sessione plenaria.
Tra gli esperti, era presente anche Silvia Paparella, General Manager di RemTech Expo, Massimiliano Fazzini, coordinatore scientifico del segmento tematico ClimeTech, Gianluca Loffredo, coordinatore del segmento GeoSismica, e le imprese coinvolte appositamente tra le quali, ambiente sc, Officine Maccaferri, Gruppo Boldrin, Italferr, ABCert. Hanno moderato i tavoli, Stefano Fait, Emilio Iannarelli, Endro Martini, Roberto Poli, Filippo Maria Soccodato, coordinatore del segmento Esonda.
In particolare i partecipanti sono stati guidati in un esercizio di futuro con l’approccio Tre Orizzonti (ideato da Bill Sharpe e Anthony Hodgson, International Futures Forum). Si tratta di una conversazione strategica sui futuri di medio e lungo termine che usa i diversi ruoli in cui possiamo trovarci: quello del manager che deve gestire il funzionamento delle strutture, quello dell’innovatore che vede per primo nuove possibilità, e quello dell’imprenditore che realizza nuovi processi operativi.
La principale idea dei Tre Orizzonti è che “i futuri si costruiscono a partire dalle scelte e dalle decisioni di oggi” e che “definire insieme le qualità dei futuri desiderabili aiuta a condividere prospettive, liberando la creatività dei partecipanti in un esercizio di intelligenza collettiva”, spiegano gli esperti.
Durante il seminario, i partecipanti sono stati pertanto coinvolti attivamente nel costruire una mappa dei Tre Orizzonti anticipando i cambiamenti possibili sia dei fenomeni naturali sia dei cambiamenti sociali, per rendere esplicite le conseguenze delle scelte che facciamo, adottando una finestra temporale di almeno 20 anni. Questo anche attraverso un percorso strutturato di anticipazione dei rischi naturali – quali rischio alluvioni e frane, rischio siccità e adattamento ai cambiamenti climatici, rischio sismico, costiero e maremoti, rischio ambientale e qualità delle acque – e delle criticità connessi alla gestione delle risorse naturali, con l’obiettivo di individuare elementi utili ad una strategia generale per il Paese.
Due sono stati i macro-temi trattati: il primo incentrato alla gestione di straordinari eccessi di acqua in diversi contesti morfologici, e il secondo, in contrapposizione, incentrato su criticità determinate dalla scarsità della risorsa idrica, sia in forma acuta che cronica.
L’evento si è inserito nelle attività promosse dal progetto FRANCA, finanziato dalla Commissione Europea, in ambito di gestione delle risorse e di protezione civile.
L’appuntamento è ora per RemTech Expo 2018 a Ferrara dal 19 al 21 Settembre!

Ufficio Stampa
RemTech Expo

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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