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Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Presenti nelle “segrete” della rocca diverse iscrizioni appartenenti forse ai carcerati della fortezza.
Fabio Bergamini e Marco Vincenzi: «Dal cantiere per la ricostruzione della rocca, sono emerse nuove evidenze storiche che verranno ora studiate dagli esperti»

 
Bondeno (Ferrara), 25-09-2019.
Uno scrigno di tesori di interesse storico-scientifico. Il cantiere per la ricostruzione della Rocca Possente non smette di lasciare meravigliati i vari studiosi che si sono avvicinati in questi anni, rivenendo tracce di un passato misterioso e (ancora) non completamente collocato nel tempo, relativo alla fortezza del XV secolo, Patrimonio dell’Umanità certificato dall’Unesco. E’ di ieri la notizia del trasferimento all’interno del museo civico-archeologico “G. Ferraresi” di alcuni reperti che sono stati individuati all’interno del sito. «Nel cantiere relativo al primo stralcio di ricostruzione della Rocca Possente – avvertono il sindaco Fabio Bergamini e l’assessore ai lavori pubblici, Marco Vincenzi – sono state rinvenute rilevanze di interesse archeologico, che saranno da approfondire nel prossimo periodo. I reperti – proseguono – sono emersi durante i lavori di consolidamento delle volte dell’edificio storico, anche a seguito dello svuotamento del piano interrato della Rocca». Quello, per intendersi, che finisce solitamente per essere allagato dalle piene del Po. Proprio all’altezza di quelle che un tempo costituivano le celle per i detenuti, tenuti prigionieri nella fortezza, sono emerse iscrizioni in latino, che lasciano supporre la presenza di numerose testimonianze lasciate dagli stessi carcerati. La datazione di queste iscrizioni rimane per il momento un mistero. Nei giorni scorsi, hanno compiuto un sopralluogo sul sito la dottoressa Chiara Guarnieri, funzionario responsabile della Soprintendenza per la provincia di Ferrara, oltre a tecnici della direzione regionale Mibac (che segue i lavori con l’architetto Laddago) ed all’ingegnere capo dell’Ufficio tecnico comunale, Maria Orlandini. Con loro, anche gli operatori della ditta Emiliana Restauri, con i due tecnici incaricati dal Comune: l’architetto Vandelli e l’ingegner Serafini per la direzione dei lavori. «E’ stato coinvolto lo stesso Gruppo Archeologico di Bondeno – aggiungono Bergamini e Vincenzi – che collaborerà con la Sopintendenza in alcune operazioni tecniche e di rilievo. In continuità con un rapporto ormai consolidato di collaborazione, che il Gruppo Archeologico vanta nei confronti della stessa Sovrintendenza ai Beni culturali e archeologici, e con il Comune di Bondeno». Se la datazione delle iscrizioni rimane per ora un mistero, in attesa di successive verifiche, non è un segreto la volontà del Comune di arrivare ad una pubblicazione, che possa raccogliere tutti gli studi scientifici partiti con la ricostruzione della Rocca. I lavori della quale si concluderanno – per quel che riguarda il primo stralcio – nel dicembre del 2019, mentre nel 2020 partirà il secondo. Intanto, i reperti che sono stati ritrovati nel “cantiere” di Stellata sono da ieri custoditi all’interno del museo civico “G. Ferraresi” del piccolo borgo, in attesa di poter essere messi presto a disposizione degli esperti.
 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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