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Da: Balamos Teatro
La vita quotidiana, la morte, la guerra, la festa, l’amore, il lutto, la città, la lotta, le rovine, infine la pace: esistere e resistere.
“Noi pensiamo che la Resistenza abbia ancora e sempre qualcosa da dire. La Primavera del ’45 ci stimola”: 67 repliche in tredici anni.
Torna per il quatordicesimo anno consecutivo il progetto e lo spettacolo “(R)esistenze – storie della Resistenza nel ferrarese” a cura di Balamòs Teatro, una doppia replica (Lunedì 29 Aprile 2019 alle ore 9.00 e alle ore 11.30), presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara riservate alle scuole medie di Ferrara e provincia e il pubblico adulto previa prenotazione.
“(R)esistenze” è uno spettacolo teatrale basato sulla storia di un gruppo di giovani ragazzi ferraresi durante il periodo della Resistenza ed è tratto dal libro di Nico Landi “Una storia di Storia” (il libro è stato ristampato nel 2011 dal Comune di Ferrara ed è anche disponibile come e-book gratuitamente scaricabile: http://www.comunebookferrara.it/2014/12/03/una-storia-di-storia-tra-ferrara-e-porotto-1943-1945/).
Lo spettacolo è diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro, con gli allievi del laboratorio teatrale del Centro Teatro Universitario di Ferrara Claudia Cincotti e Giuseppe Lipani e l’attrice e musicista Lara Patrizio.
L’intento è stato quello di vivificare ricordi, immagini, testimonianze, attraverso la rievocazione di storie, tramandate come orme preziose dalle persone che hanno vissuto un periodo di rara intensità politica, sociale ed esistenziale. Lo spettacolo è stato espressamente immaginato per le giovani generazioni; ci si è accostati al tema della guerra e della resistenza con accenti delicati, nel tentativo di evitare toni celebrativi e retorici, per privilegiare un terreno sempre attuale di amicizie, solidarietà, tradimenti, sogni, amore.
Dalla nota della regia: Noi pensiamo che la Resistenza abbia ancora qualcosa da dire alle nuove generazioni, che valga la pena di insistere a mantenerla viva, ed accettare il rischio di passare per “pedanti”, custodi di un cerimoniale superato. Non si tratta di “beatificare” la Resistenza, ma di parlare di resistenti, tutti – donne, uomini in carne e ossa, giovani – alla ricerca di una via d’uscita dall’infamia e dal dolore di una guerra, a cui troppi avevano creduto, perché la strada che conduce alla deriva della libertà è lastricata di menzogne, amplificate dai media e digerite piano piano dall’opinione pubblica. Ieri come oggi. La primavera del ’45 ci stimola. La Resistenza non ha “predicato” la verità, è servita a testimoniarla. Ci ha lasciato un insegnamento che è sempre attuale: bisogna osare la speranza.

“(R)esistenze – storie della Resistenza nel ferrarese” 2019, il programma:
le rappresentazioni sono riservate alle scuole di Ferrara e provincia e avranno luogo presso la sala teatro del Centro Teatro Universitario di Ferrara (via Savonarola 19): Lunedì 29 Aprile alle ore 9.00 (prima replica) e alle ore 11.30 (seconda replica). Le repliche degli spettacoli sono aperte a ingresso libero anche per il pubblico adulto previa prenotazione: 328 8120452, info@balamosteatro.org
progetto a cura di Balamòs Teatro in collaborazione con ANPI Ferrara, Centro Teatro Universitario di Ferrara e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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