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Da: Ufficio del Sindaco Comune di Bondeno

Francesca aria poltronieri e francesca piacentini: «fenomeno da constrare attraverso la sensibilizzazione e l’impegno di tutti»
 
Bondeno (Ferrara), 25-09-’19.
Una “rete” pronta ad accogliere tutte le esigenze delle donne del territorio, da quelle formative a quelle riguardanti le pari opportunità e, perché no, fornire assistenza a chi lavora ed ha bisogno di un supporto. Se un nome poteva essere trovato per raccogliere in un unico concetto tutto il panorama dei servizi “in rosa” del territorio, certamente “Rete Donna” – che è il nome scelto a livello regionale per le politiche del settore – pare quello più azzeccato e di immediato impatto. Se ne è discusso durante l’ultima riunione di Giunta, servita per l’appunto ad approvare l’insieme di servizi che entreranno a fare parte del percorso. «Il progetto – avvertono l’assessore alle Pari opportunità, Francesca Aria Poltronieri, e l’assessore alle Politiche sociali, Francesca Piacentini – intende valorizzare e agevolare il ruolo della donna nella vita economica e sociale della nostra comunità. Riaffermando un principio di parità tra i generi, migliorando l’accesso a percorsi lavorativi ed a tutte quelle forme di sostegno di cui la donna (che è anche moglie, madre e spesso anche la persona che si occupa delle persone necessitanti di aiuto, in qualità di care-giver; ndr) oggi necessita». Il progetto che verrà presentato nell’ambito di “Rete Donna”, cui Bondeno ha deciso di aderire, verrà presentato in sinergia con una pluralità di soggetti: Ial Emilia-Romagna di Ferrara, La Locomotiva, la Cooperativa sociale Serena, Coop sociale In Cammino e la Parrocchia di Scortichino, la quale già collabora con le imprese sociali del Terzo settore. Il costo complessivo del progetto presentato in Giunta è di 28mila euro, dei quali il 20% a carico del Comune per la valorizzazione delle risorse umane e altre necessità legate alla fattibilità del programma. «E’ nostra intenzione sviluppare all’interno di questo percorso anche un “albo” delle collaboratrici familiari (quelle che in gergo vengono definite “badanti”) e delle baby-sitter, che vorremmo poter formare con corsi specifici, dal primo soccorso, alla nutrizione e fino alla disostruzione pediatrica, attraverso il concorso con Ial. Istituto con il quale il Comune collabora già a diversi livelli. L’obiettivo – concludono Poltronieri e Piacentini – è arrivare a mettere a disposizione delle famiglie persone formate per fare fronte alle esigenze che si presentano continuamente mutate (pensiamo alla presenza degli anziani in assistenza domiciliare) per quanto riguarda le famiglie del nostro territorio».
 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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