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Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Francesca Aria Poltronieri e Francesca Piacentini: “Ad inizio anno il via ai corsi per badanti e baby-sitter. L’obiettivo è favorire pari condizioni nel lavoro alle donne”.

Alzi la mano chi non ha avuto bisogno, almeno una volta, di qualcuno che si occupasse dei bambini o degli anziani di casa, per ragioni lavorative. Nel caso delle donne, si tratta di un cruccio che si ripresenta più o meno quotidianamente e, se non si ha un adeguato supporto familiare in tal senso, spesso costa opportunità di lavoro o comporta una miriade si sacrifici aggiuntivi, penalizzando la donna impegnata in attività lavorative. Ecco, allora, che il Comune ha ottenuto un finanziamento regionale per un proprio progetto, allo scopo di mettere in “rete” una serie di attori sociali presenti sul territorio, per agevolare le opportunità di lavoro della donna. Il titolo del progetto si è creato da sé: si chiamerà “Rete Donna” la rete di servizi che servirà per aiutare chi ha bisogno di un sostegno, ai fini delle proprie legittime esigenze di carriera. «Dopo avere ottenuto l’atteso finanziamento regionale per il nostro progetto – dicono gli assessori Francesca Aria Poltronieri e Francesca Piacentini, che hanno lavorato in “tandem” alla realizzazione dell’obiettivo – ad inizio anno vedremo partire i primi corsi, rivolti alle aspiranti baby-sitter e assistenti domiciliari (quelle che tutti conoscono più semplicemente come “badanti”). Sono due figure ormai essenziali nella vita di tutti i giorni, perché in famiglia la donna che lavora si trova a dover accudire bambini, anziani, spesso persone malate o diversamente abili. Il nostro progetto intende aiutare la donna nel suo quotidiano». Nei giorni scorsi, i due assessori alle Pari Opportunità e alle Politiche sociali hanno incontrato il direttore di Ial Emilia-Romagna di Ferrara, Enrico Benatti. «Si è concordata insieme la partenza, durante l’inizio del nuovo anno, dei corsi rivolti alla formazione di baby-sitter e badanti, che saranno la prima azione concreta del nascente progetto». Un progetto finanziato con 22mila e 400 euro (suddivisi in due anni) di cui 17mila e 920 euro da parte della Regione. Un contributo utile per sostenere le varie attività previste: da quelle formative alle altre riguardanti le pari opportunità, fino all’assistenza che sarà fornita a chi lavora ed ha bisogno di aiuto. Il coinvolgimento del Comune è stato rivolto a diversi soggetti: oltre a Ial, fanno parte del “team” La Locomotiva, la Cooperativa sociale Serena, Coop sociale In Cammino e la Parrocchia di Scortichino, tutte già coinvolte in numerose iniziative sociali. Nel corso della sperimentazione di “Rete Donna” si vuole arrivare a definire un “albo” delle collaboratrici familiari (le “badanti”; ndr) e delle baby-sitter, in modo da creare un ulteriore elemento di garanzia per il cittadino. Il progetto “Rete Donna” ha ricevuto il contributo di 17mila e 920 euro dalla Regione, mentre il Comune inserirà il resto del budget necessario. La Regione Emilia-Romagna erogherà 3mila e 584 euro per il 2019 e 14mila e 336 euro per il 2020. Nella speranza, naturalmente, che “Rete Donna” possa tracciare un sentiero, lungo il quale proseguire anche in futuro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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